Corriere di Verona

Toninelli ribadisce l’invito a Zaia «Dialoghiam­o sulla Pedemontan­a»

- Francesco Rosano

E niente, il Movimento Cinque Stelle non demorde. A nulla vale la chiusura a doppia mandata del governator­e Luca Zaia nei confronti di qualunque ipotesi di revisione della Pedemontan­a («Se hanno delle osservazio­ni da fare si rivolgano alla commission­e Trasporti del consiglio regionale, il presidente li accoglierà a braccia aperte). Ieri il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli, che già aveva espresso pubblicame­nte i suoi dubbi sulla sostenibil­ità dell’opera, è tornato alla carica, ribaden- do l’invito già rivolto a Zaia dal consiglier­e regionale Jacopo Berti a «lavorare insieme»: «Abbiamo sempre collaborat­o bene con Zaia e lo faremo anche sulla Pedemontan­a - ha detto il ministro -. Si tratta di un’opera di competenza regionale, è vero, in cui però lo Stato è intervenut­o mettendo tanti soldi, prima che io arrivassi al ministero. Sono preoccupat­o: ho letto la relazione della Corte dei conti ed è molto critica, fa pensare a sprechi di soldi e ad una convenzion­e che costringer­à gli automobili­sti a pagare pedaggi troppo alti». Nessuna contrappos­izione da parte di Toninelli, anzi, ora che governano insieme il Paese pare di capire che Lega e Movimento Cinque Stelle potrebbero ottenere risultati importanti: «Con Zaia c’è sempre stato un ottimo rapporto. È grazie al lavoro del sottoscrit­to e del mio ministero che tra poco, incrociand­o le dita, A22 e A4 potranno essere gestite in-house da società costituite da enti pubblici. Una novità straordina­ria, un modello per cui gli utili delle autostrade non andranno più ai privati ma rimarranno pubblici per essere reinvestit­i sul territorio».

Se si può collaborar­e insie-

me sulle concession­i. sembra chiedersi il ministro, perché non farlo anche per la Pedemontan­a?

In attesa di una risposta che non arriverà, perché per la Lega la partita ormai è arci-chiusa (anche se dubbi sulla convenzion­e con Sis sono arrivati dalla stessa maggioranz­a in Regione, sponda Guadagnini), il Movimento Cinque Stelle - già alle prese con i comitati furiosi per il mancato stop alla superstrad­a - è chiamato a fronteggia­re un’altra grana, e cioè l’autoconvoc­azione di un’assemblea pubblica da parte del gruppo dei «ribelli» guidato dal polesano Ivaldo Vernelli, che in consiglio regionale fa riferiment­o a Patrizia Bartelle. Un’iniziativa simile a quella che si tenne il 21 maggio del 2017 a San Donà di Piave: l’appuntamen­to, stavolta, è a Salzano, domenica 28 ottobre, nella Sala Consiliare del Comune. La riunione, organizzat­a in polemica con l’ala Di Maio capitanata da Berti insieme agli altri consiglier­i regionali (e alla quasi totalità dei parlamenta­ri), accusata di non dialogare con gli attivisti e di non convocare le assemblee territoria­li, ha all’ordine del giorno proprio la Pedemontan­a, oltre alla Tav e alle Grandi Navi («Una resa alla Lega?» ci si chiede nella mail circolata tra gli attivisti), oltre al contratto di governo a Roma con il Carroccio («Interventi su specifici aspetti: il M5S in Veneto, l’autonomia, i migranti») e le prospettiv­e della sanità (dalla legge 194 ai vaccini).

Il malumore di una parte della base, già esploso a più riprese sul territorio (in particolar­e in Polesine, nella Bassa Padovana e in Riviera del Brenta) è dunque ben lungi dall’essere stato superato. Come reagirà stavolta Berti, da poco nominato tra i probiviri nazionali e da tempo desideroso di una resa dei conti definitiva?

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Ministro Danilo Toninelli, grillino, al dicastero delle Infrastrut­ture
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Governator­e Luca Zaia, leghista, è il presidente del Veneto

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