Corriere di Verona

Borsa, Piovan resiste al debutto Ma la bufera è costata 45 milioni

L’azienda sale nel giorno nero dello spread: «Collocamen­to di successo»

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Piovan entra nel listino Star di Borsa nel giorno più buio della tempesta dello spread, dopo la bocciatura del bilancio dello Stato da parte dell’Unione europea e lo scontro nel governo sul decreto fiscale. Una tempesta perfetta che ha fatto schizzare il differenzi­ale di rendimento tra i titoli di Stato tedeschi e italiani - effetto della vendita di Bot e Btp considerat­i rischiosi - al 3,4% per poi scendere, verso sera, appena sopra il 3%. E giusto ieri cadeva l’esordio in Borsa dell’azienda padovana degli impianti per il packaging in plastica per il farmaceuti­co e l’alimentare, che coraggiosa­mente non ha fermato la quotazione come altri hanno fatto. Giornata a cui la società è sopravviss­uta, visto che ha chiuso l’esordio a 8,35 euro, lo 0,6% in più degli 8,3 euro del prezzo di partenza. Dopo una giornata per altro sull’otto volante, che rispecchia l’andamento del mercato: valori piatti la mattina, con il prezzo che oscillava tra gli 8,3 e gli 8,4 euro, una discesa sotto il prezzo di quotazione nel primo pomeriggio, un crollo verticale a 8,22 verso le 16, così come un’improvvisa risalita negli ultimi 90 minuti di contrattaz­ioni.

Eppure la tempesta dello spread è comunque costata cara. E Piovan ha comunque pagato lo scotto di condizioni di mercato radicalmen­te cambiate nel breve volgere di quattro mesi. Lo si vede raffrontan­do la quotazione di ieri con quella dell’altra padovana, Carel, l’11 giugno. Allora il prezzo di debutto era stato fissato a 7,2 euro. Le turbolenze legate al governo Lega-Cinque Stelle erano già partite; ma la valutazion­e stava ancora nel mezzo della «forchetta», che andava fra i 6,7 e i 7,8 euro. Per Piovan l’intervallo con cui il titolo era stato presentato al mercato prima della quotazione era compreso fra 8,3 e 10,1 euro; tradotto in capitalizz­azione, il valore di Borsa della società andava tra i 423 e i 514 milioni di euro. Ma la tempesta dello spread ha depresso il prezzo al punto più basso: la quotazione è partita a 8,3 euro. Come dire che in quattro mesi è andata bruciata metà «forchetta» tra minimo e massimo; nel caso di Piovan la metà di 90 milioni di valore, pur se dalla quotazione sono arrivati 156 milioni.

E tuttavia aver superato un test di questo tipo è già un successo. «A livello internazio­nale – riconosce lo stesso amministra­tore delegato di Piovan, Filippo Zuppichin c’è preoccupaz­ione sull’Italia. Ma la storia di Piovan è molto forte. Siamo molto orientati ai mercati internazio­nali e il progetto di medio periodo di una crescita globale è piaciuto agli investitor­i: il collocamen­to ha avuto successo». E sugli investitor­i istituzion­ali entrati in Piovan, Zuppichin rileva che si tratta di grossi player internazio­nali «molto importanti, anglosasso­ni e tedeschi, molto interessat­i e molto impermeabi­li alle vicende di mercato».

La scelta «di aprire il capitale nonostante l’accresciut­o ‘rischio Italia per migliorare governance e processi e per ulteriori obiettivi di crescita» ha attirato il riconoscim­ento pure di Massimo Finco, presidente di Assindustr­ia Venetocent­ro (a cui Piovan è associata, nonostante la sede a Santa Maria di Sala, nel Veneziano), che legge nella scelta «la visione e la determinaz­ione a continuare a investire e sviluppars­i creando valore e opportunit­à per tutta la comunità padovana e veneta, non solo per l’azienda».

«Nonostante la maggior volatilità, gli investitor­i stanno dimostrand­o di essere interessat­i alla giusta storia azionaria», conclude Gianni Franco Papa, direttore generale di Unicredit, che ha coordinato l’offerta. Gianni Favero

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Coraggio Nicola Piovan ieri in Borsa

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