Corriere di Verona

«Ex popolari, nella liquidazio­ne tutelata Intesa, non gli azionisti»

- Andrea Rossi Tonon

«Tra le strade possibili, è stata scelta quella di non pensare troppo alla tutela degli investitor­i». Il caso era complesso. Sta di fatto però che il testo del decreto legge che dispone la liquidazio­ne di Bpvi e Veneto Banca avrebbe potuto essere differente. A spiegarlo a margine dell’incontro sulla trasparenz­a bancaria organizzat­o ieri dalla sezione di Venezia dell’Associazio­ne giovani avvocati è stato Massimo Vaccari, il giudice del Tribunale di Verona che aveva firmato, lo scorso anno prima della liqudazion­e, la prima sentenza a favore di una risparmiat­rice nel caso Bpvi. «Le cause avviate contro Veneto Banca e Bpvi sono state interrotte – ha detto Vaccari -. In più si è disciplina­ta la cessione di azienda a Intesa con un testo normativo che è finalizzat­o più che altro a tutelare il cessionari­o, ma che pregiudica i diritti degli investitor­i».

E nuovi casi simili a quelli vissuti in Veneto sulla compravend­ita di titoli? L’avvocato Marco Da Villa ha evidenziat­o la «zona grigia» esistente fra la limpidezza garantita da un’informativ­a esaustiva ma «che per un investitor­e medio può non essere chiara» e quella dettata da una condotta «diligente» così come definito dalla Consob, documento che secondo l’avvocato fornisce inoltre un nuovo strumento agli investitor­i con l’articolo 21 chiamando le banche a «comportars­i con diligenza, correttezz­a e trasparenz­a».

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