Ventura, ripartenza in serie A: il tecnico apre con l’Atalanta

Gian Piero Ventura e la serie A: dov’eravamo rimasti? A 889 giorni fa. Il Toro perdeva a Empoli, era il 15 maggio 2016 e la Nazionale — terra promessa all’epoca, oggi incubo da scacciare — aspettava dietro l’angolo. Due anni e quattro mesi dopo: ChievoAtalanta non è solo la partita con cui il club della Diga deve raddrizzarsi ma anche quella in cui Ventura rimette se stesso al centro di un mondo che è più suo, perché l’allenatore allena mentre il ct lavora a gettone, tra una pausa e l’altra della giostra del campionato. Ventura e la serie A, allora, di nuovo, a quattro lustri dall’esordio: correva il ’98, Cagliari-Inter 2-2, lui 50 anni già compiuti, giusto per dire della gavetta. Ci sono pensieri da consegnare ai taccuini oggi (Ventura incontra la stampa all’ora di pranzo a Veronello) ma intanto c’è già il pensiero di un calcio che domani guarderà al Chievo e a ciò che succederà al Bentegodi, con occhio più curioso del solito. Sarà il Ventura day e non sarà di certo un giorno facile. Perché il Chievo ci arriva senza almeno due titolari tra Cacciatore, Obi, Tomovic e Djordjevic e, soprattutto, con un Giaccherini tutt’altro che al meglio. E perché l’Atalanta, surgelata a quota 6, deve uscire dal freezer. Sarà, comunque, il giorno in cui Ventura ritrova il suo habitat. Il Chievo è la nuova, sesta finestra con vista sulla A per il settanenne allenatore genovese: la salvezza e undicesimo posto del ‘99 a Cagliari, l’altra salvezza a Udine (2002, subentrando), la retrocessione a Messina (2006, anche lì subentrante) poi Bari (decimo posto nel 2010, esonero l’anno dopo) e Torino (2012-2016, sedicesimo, settimo, nono e dodicesimo posto). Bilancio: 276 gare e 1.18 punti di media, 83 vinte 77 pari e 116 ko. «La mia nuova libidine sarebbe salvarsi qui». È l’immagine confidata nove giorni fa alla presentazione. Cioè l’immagine con cui Ventura risale sulla giostra del massimo campionato.