Negrar e gli altri I Comuni che si rifanno il brand
A Verona già quattro casi di «co-branding». Il docente: spesso funziona
Nero su bianco. Gli esperti in marketing lo definiscono «co-branding», ma per residenti ed esercenti di Negrar potrebbe trasformarsi in una vera e propria «primavera». Almeno a giudicare dalle recenti esperienze degli altri Comuni veronesi che hanno deciso di cambiare nome. O, per meglio dire, di «geo-specificarlo». Già, perché con il voto del referendum di domenica, i negraresi hanno deciso di aggiungere a Negrar la formula «di Valpolicella». Proprio come avevano fatto negli scorsi anni le amministrazioni di Brenzone (sul Garda), Costermano (sul Garda) e Castelnuovo (del Garda).
A onor del vero, almeno a giudicare dall’affluenza alla urne, la discussione sembra aver scaldato poco i cuori dei negraresi. Il sì è passato con 1.726 preferenze (81%) a fronte dei 322 voti sfavorevoli. Ma ai seggi si sono presentati solo 2.060 elettori su un totale di 13.949 aventi diritto. «Personalmente non le ritengo nemmeno pochissime commenta il sindaco Roberto Grison -, ma forse si sarebbe potuto avere un’affluenza maggiore». È il suo vice Fausto Rossignoli a snocciolare le possibili cause: «Forse l’informazione non è arrivata proprio a tutti, in secondo luogo in molti davano per scontato il risultato positivo. E infine una parte dei nostri concittadini ha ritenuto poco rilevante il problema e ha preferito restare alla finestra. Ma, come amministratori, a noi interessano anche queste persone e riteniamo che questo sia stato un bel passo per tutta la nostra comunità. Si convinceranno della bontà della scelta». Il sindaco Grison allarga la prospettiva: «Il risultato di un’operazione come questa è quello di portare maggiore ricchezza al territorio grazie a tutte le possibilità che il brand di questa denominazione (Valpolicella, ndr) porta con sé - riflette -. Penso in primis ai tanti produttori di uva e vino e ai numerosissimi operatori dell’accoglienza. Ma anche all’indotto per tutte le altre attività e all’incremento del valore degli immobili, come ci hanno confermato i sindaci che lo hanno già sperimentato».
Da Costermano sul Garda, il collega Stefano Passarini, che nel 2016 si era battuto strenuamente per il referendum, testimonia la sua esperienza: «In un’epoca come quella attuale in cui tutto ruota attorno ad Internet, è fondamentale farsi trovare. Con la nuova denominazione, in questi due anni l’incoming del turismo a Costermano è aumentato del 16%. E un recente studio di immobiliare.it ha certificato che i prezzi degli immobili sono aumentati del 5-10% - racconta -. L’economia in generale ne ha beneficiato. Abbiamo registrato un boom di conversione delle abitazioni in strutture ricettive. E questo ha portato a una ristrutturazione degli immobili, con un arricchimento del patrimonio anche in termini di bellezza generale. Come Comune abbiamo istituito un budget per i fiori: il paese ha avuto un generale cambiamento “estetico” in positivo».
Il docente di Marketing Territoriale dell’Università di Verona, Federico Brunetti, attende dati per poter esprimere una valutazione: «Non ho basi scientifiche per poter dire se funzioni - premette -, ma sicuramente aggiungendo al nome storico quello di una località o di un territorio maggiormente conosciuti, si cerca di beneficiare del cosiddetto “effetto alone” che estende i benefici anche sul centro meno noto». «In linea teorica, dovrebbe essere un esperimento in grado di procurare benefici - conclude il professore -, perché l’effetto di co-branding dato dall’associare il meno noto al più noto, normalmente funziona». Negrar, ora «di Valpolicella», ovviamente ci conta molto.
Il sindaco Grison Operazione che porterà maggiore ricchezza al territorio