Corte d’appello a Verona, «sì» bipartisan
«Sì» bipartisan, Sboarina: Vicenza è con noi. Al via dossier e dialogo con Bonafede
«È un tema di cui si parla da anni, ma ora Verona ha un’occasione importante di diventare sede di Corte d’Appello: abbiamo 18 parlamentari, un ministro ed un sottosegretario», dice il sindaco Sboarina.
«È un tema di cui si parla da anni, ma adesso Verona ha un’occasione davvero importante di diventare sede di Corte d’Appello: abbiamo 18 parlamentari, un ministro ed un sottosegretario che lavorano in un governo con cui dialoghiamo ogni giorno ed abbiamo una Regione che ha il nostro stesso colore politico. Stavolta si può farcela».
Il sindaco Federico Sboarina introduce così la riunione convocata a Palazzo Barbieri con i parlamentari, gli assessori e i consiglieri regionali della nostra provincia, assieme alla presidente del Tribunale di Verona Antonella Magaraggia con il giudice Antonio Gesumunno, e al procuratore di Verona Angela Barbaglio, affiancata dal procuratore aggiunto Bruno Bruni, ed al presidente dell’Ordine degli avvocati di Verona Alessandro Rigoli.
Per il mondo politico erano attorno al tavolo l’onorevole Ciro Maschio, membro della Commissione Giustizia della Camera, i parlamentari della Lega Vito Comencini, Paolo Paternoster, Paolo Tosato e Roberto Turri, la deputata del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo, il senatore Stefano Bertacco, l’onorevole Davide Bendinelli di Forza Italia, i parlamentari Gianni Dal Moro, Alessia Rotta e Diego Zardini del Pd, l’assessore regionale Elisa De Berti ed il consigliere regionale Alessandro Montagnoli.
Tutti, senza eccezione, hanno condiviso l’impegno per rendere Verona sede di Corte d’Appello, obiettivo su cui, ha detto il sindaco, è pienamente d’accordo anche il Comune di Vicenza.
Un dossier con i dati e le performance della giustizia veronese sarà adesso presentato, entro un mese, al prossimo tavolo permanente che riunirà di nuovo parlamentari e consiglieri regionali e, per l’occasione, anche i vertici del Tribunale di Verona e dell’Ordine degli avvocati. L’analisi dei numeri sarà poi la base di un dialogo con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Nell’incontro di ieri è stato sottolineato che in ambito penale circa il 50% dei reati, anche in Veneto, viene prescritto per la lentezza della macchina. In più, il tribunale di Verona soffre di una cronica mancanza di magistrati, nonostante l’anno scorso il Ministero abbia inviato in tribunale 5 nuovi giudici e un nuovo procuratore. Se si tiene conto dei vari parametri (numero di abitanti, aziende, attività d’affari, presenze turistiche), il tribunale di Verona risulta agli ultimi posti in Italia per numero di magistrati. Anche in ambito civile per un secondo grado di giudizio, bisogna attendere in media 4 anni. In più va ricordato che i ricorsi provenienti da Verona, Vicenza e Rovigo rappresentano circa la metà di quelli presentati alla Corte d’Appello veneziana.
Il secondo passo della strategia veronese sarà poi quello di trovare una sede alla Corte stessa, e torna quindi d’attualità il tema di recuperare a questo scopo il grande compendio (abbandonato e in degrado dalla fine del secolo scorso) delle ex carceri di via del Fante (ex Campone), che oggi sono in mano ad un gruppo privato Santoni di Trento. Già anni fa, si era provato a spingere per istituire qui una seconda corte d’Appello veneta: ma nonostante il placet dell’allora guardasigilli Mastella non se ne n’era fatto nulla.