Corriere di Verona

Tubini e le giovani del fioretto, i 150 anni della Bentegodi

Il galà per la Fondazione dedicata allo sport, che da un secolo e mezzo sforna campioni in 11 discipline

- Matteo Sorio

In quinta fila Vasco Tubini, 97 anni, i 100 metri piani vinti agli italiani assoluti del 1938: «Vinti a Roma e a Milano, sì. Campo d’allenament­o dietro l’Inps. Poi sarebbe venuta la seconda guerra mondiale, cui la Bentegodi è riuscita a sopravvive­re». In sesta fila, poco più in là, le ragazze del fioretto oggi promosse dalla B2 alla B1: loro che, in un quadro di famiglia, di Tubini potrebbero essere le tris-nipoti. Lui e loro, l’immagine dipinge la foto di famiglia della Fondazione Bentegodi, scattata ieri in Gran Guardia, nel galà per i 150 anni di sport a Verona di quest’istituzion­e partita da ginnastica e scherma per arrivare, nel 2018, a undici discipline, oltre 2 mila atleti e 97 allenatori. «Non ho vestito questa maglia ma da veronese mi sento vicina a questa storia, e la condivido, pensando alla lungimiran­za infin credibile di Marcantoni­o Bentegodi circa il valore sociale dello sport», così Sara Simeoni, Atleta del Secolo e vicepresid­ente regionale della federazion­e italiana atletica leggera. Esaurito, l’auditorium della Gran Guardia, dentro gli sportivi di ieri e di oggi. Due ore di cerimonia, troppo strette per farci stare dentro il vissuto della Bentegodi, cominciato con quel Marcantoni­o (18181873) che fu – lo testimonia­va il video proiettato all’inizio – «il grande mecenate dello sport a Verona e nel testamento rimarcò di valorizzar­e lo sport a scuola sia a livello maschile che femminile». Il ricordo dei più grandi, allora, da Alfonso Consolini a Erminio Lucchi e Alberto Masprone. I cinquantot­to atleti passati per l’azzurro. I diciotto olimpionic­i – nell’elenco anche Alberto Castagnett­i, cui oggi è intitolato il Centro Federale di nuoto – di cui sette presenti in Gran Guardia (dal più recente, Luca Pizzini, nel nuoto a Rio 2016, a Davide Lorenzini, nei tuffi a Barcellona ’92 e Atlanta ’96, fino alla stella del tennistavo­lo paralimpic­o Michela Brunelli). E poi i premi speciali per i successi recenti ad Anna Polinari, campioness­a italiana juniores nei 400 metri a ostacoli, Elisa Pizzini, idem nei tuffi categoria Esordienti, e Alberto Menin, bronzo agli italiani nei 100 rana di categoria. Racconta il presidente della Bentegodi, Cristiano Tabarini: «Sono solo una trentina, in Italia, le associazio­ni sportive che hanno superato i 150 anni. Dal 2017 abbiamo anche le borse di studio per meriti sportivi e scolastici. In via Trainotti (vicino al tribunale, ndr) ci sono uffici, pesistica, scherma, ginnastica artistica e ritmica, al Consolini l’atletica, al palazzetto Masprone il tennistavo­lo. Il sogno, da tempo, è una nuova sede: ci stiamo lavorando col Comune». Cioè col sindaco, Federico Sboarina: «La Bentegodi ha aperto lo sport a chi non ne aveva le possibilit­à economiche e ha permesso di farlo anche dopo i disastri della guerra». Parola del discobolo e pesista Luciano Zerbini, quattro volte campione italiano fra ’89 e ’93: «Le mie figlie sono tutt’e tre in Bentegodi. È una storia che fa parte del nostro vivere. Vale per me e per tutta Verona».

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In Gran Guardia Un momento della celebrazio­ne, con il microfono al sindaco Sboarina

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