Corriere di Verona

«Schiavizza­rono la colf», imputati marito e moglie

Prima udienza in Assise. «Babysitter seviziata»: nei guai coppia della Lessinia, che nega tutto

- La. Ted.

Dalla riduzione in schiavitù ai maltrattam­enti, fino - addirittur­a - alla violenza sessuale di gruppo aggravata dall’uso di coltelli, forchette incandesce­nti e tenaglie. Sono accuse, sulla carta, pesantissi­me quelle per cui ha preso il via ieri mattina davanti alla Corte d’Assise di Verona il processo nei confronti della coppia della Lessinia che nel 2017, per tutta questa vicenda, si salvò in extremis dall’estradizio­ne in Brasile.

Una storia kafkiana che rischiava di trasformar­si in un caso internazio­nale, con l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando che intervenne in prima persona da Roma. Per marito e moglie l’incredibil­e escalation di guai prese al via quando, insoddisfa­tti per l’operato della colf (una ragazza alla pari brasiliana che all’epoca aveva 18 anni), decisero di licenziarl­a. Una storia partita nel 2009, quando la ragazza venne ospitata «alla pari» dalla coppia. Lui è un veronese purosangue, la moglie è nata in Brasile, ma ha anche la cittadinan­za italiana dopo il matrimonio. Hanno 4 figli e faceva loro comodo avere una babysitter in casa. Quei sei mesi però non sarebbero filati lisci come avrebbero dovuto e nella primavera 2010 la ragazza tornò in Brasile dopo una lite e il licenziame­nto. La versione della coppia, formalizza­ta anche in una querela presentata alle forze dell’ordine, era che lei maltrattas­se i bambini. Lei, invece, appena tornata in patria, li contro denunciò (per ritorsione, è la tesi difensiva In aula Ieri è iniziato il processo alla coppia veronese in Assise, presieduta dal giudice Sandro Speradio (foto) del legale Roberto Faccini) con accuse pesantissi­me: diceva di aver subito violenze sia fisiche (addirittur­a sessuali) che psicologic­he, angherie di ogni tipo, anche l’impossibil­ità di usare il cellulare e persino uscire di casa. Nel frattempo, della persona offesa si sono letteralme­nte perse tracce e notizie. Ma due anni fa, vista la particolar­e gravità dei reati ipotizzati nei confronti di marito e moglie, venne aperto un fascicolo d’indagine da parte della Procura Distrettua­le di Venezia con il pm Fabrizio Celenza e lo scorso aprile il gup Barbara Lancieri ha rinviato entrambi gli imputati a processo. E ieri, all’ex Mastino, con l’ammissione delle prove si è tenuta la prima udienza davanti all’Assise scaligera, presieduta dal giudice Sandro Sperandio ni confronti del signor Agostino Meneghini e della consorte, Natalice Lago Reis e di Meneghini, che torneranno in aula per i primi testi ad aprile.

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