Corriere di Verona

Hellas, il Pescara sta scappando in vetta Pari anche a Venezia, altre occasioni sprecate. Grosso: «Presto raccoglier­emo»

- Matteo Fontana

Tre partite, un punto. Questo è il bilancio del Verona dopo le gare con Salernitan­a, Lecce e Venezia. Nel derby è arrivato un pareggio: al Penzo non è bastato il gol iniziale di Mattia Zaccagni per restituire all’Hellas il sapore della vittoria. Il pari siglato da Di Mariano ha portato con sé l’ormai consueto rammarico per un Verona che crea molto e finalizza poco. Il ritornello si è ripetuto a Sant’Elena ed è stato, una volta di più, foriero di problemi per i gialloblù. Dopo otto giornate la classifica dice che l’Hellas è distante 4 punti dal primo posto, occupato dal Pescara che ha allungato, ed è stato raggiunto dal Palermo. Dietro sono in molti a spingere e, adesso, il Verona deve ridurre i tempi di maturazion­e. A questa squadra va concesso l’alibi dell’ampio rinnovamen­to estivo, ma il rodaggio non può sconfinare nel prossimo tour de force che attende l’Hellas: sabato c’è il Perugia al Bentegodi, il martedì dopo la trasferta sul campo dell’Ascoli, venerdì 2 novembre il clou, di nuovo in casa, con la Cremonese del grande ex Andrea Mandorlini. Questi sono gli impegni che molto diranno sulle prospettiv­e a medio termine del Verona. Se l’Hellas perseverer­à negli sprechi visti in queste settimane, è difficile pensare che possa esserci una svolta nei risultati. Il cambiament­o è necessario, e per primo lo sa Fabio Grosso: «In questo periodo non riusciamo a chiudere le partite. Dobbiamo saper resistere. Stiamo raccoglien­do meno di quanto seminiamo», l’analisi del tecnico, che trattiene con accortezza dialettica la rabbia per il numero crescente di sbagli dei giocatori quando c’è da concretizz­are. A Venezia, il copione non è variato rispetto a quel che era accaduto all’Arechi e con il Lecce. Si dirà che, almeno stavolta, l’Hellas ha preso un punto, ma per inseguire le ambizioni dichiarate dei gialloblù, dettate anche da un mercato che è stato cadenzato da colpi in entrata a getto continuo, occorre sterzare. Ancor di più è implicito il concetto di una «resilienza» gialloblù. Ossia, andare oltre gli urti che, in queste settimane, si sono fatti sentire. Soluzioni? La più banale è un omaggio a Massimo Catalano, filosofo delle notti televisive con Renzo Arbore, votato al gusto dell’ovvio: vincere. E, per andare a traino della stessa verità, occorre segnare. Attenzione, perché il Verona non riesce a non prendere almeno un gol a partita. Gliene servono, ergo, perlomeno due per invertire quella rotta che Grosso mirava a correggere a Venezia e che è stata cambiata solamente a metà.

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Fabio Grosso

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