Monta la rabbia dei tifosi mentre le squadra sprofonda Disastroso esordio di Ventura. A gennaio servono rinforzi Avete rotto il Chievo
Il punto più basso degli ultimi dieci anni. Con i tifosi della Nord a contestare fuori dallo stadio («Avete rotto…»). E una manita — quella dell’Atalanta — ch’evidenzia l’insufficienza sia dell’esordio di Gian Piero Ventura — ancora, come in azzurro, agganciato all’idea di «fare gioco» quando oggi serve soprattutto concretezza — sia della materia prima che il club gli fornisce. Perché s’è vero che il Chievo due giorni fa non è mai entrato in partita ballando con la nuova difesa a tre, crollando specie a sinistra (malisismo la catena BarbaJaroszynski-Pucciarelli) e mostrando se possibile ancor meno aggressività, è altrettanto vero che l’1-5 inflitto dall’Atalanta denuda ancora una volta — al netto delle assenze di Giaccherini, Cacciatore, Tomovic più i fin qui fantasmi Obi e Djordjevic — tutte le carenze dell’organico allestito dal ds Giancarlo Romairone.
Carenze che nascono da quegli ultimi mercati che salvo qualche eccezione (Giaccherini stesso) anziché favorire il ricambio con innesti efficaci hanno aperto vuoti in parecchi ruoli. Vuoti che ora, come i nodi, vengono al pettine. Vuoti che starebbero spingendo il Chievo, per l’inverno, a pensare a qualche profilo già allenato da Ventura, come il centrocampista El Kaddouri, ieri al Toro, oggi al Paok Salonicco. Il Chievo in ogni caso è sempre più ultimo, 9 punti di ritardo sulla zona salvezza e sul groppone una giornata, quella di domenica, che aggrava tutto: -24 gol subiti (peggior difesa col Frosinone), appena 7 segnati e del resto parliamo di una squadra che contro l’Atalanta ha tirato in porta per la prima volta al minuto 77. Anche le coincidenze virano verso il malaugurio, vedi la cinquina bergamasca, proprio al Bentegodi nel marzo scorso, sempre con tripletta di Ilicic, contro quell’Hellas poi retrocesso senza’appello.
Il Chievo, insomma, è sempre più giù. La difesa centrale ha rinunciato ai senatori Dai- nelli e Gamberini senza trovare sinora spalle altrettanto larghe né in Rossettini né in Barba (l’investimento estivo nel reparto, circa 2,5 milioni allo Sporting Gijon) mentre in fascia sinistra la scelta di salutare Gobbi (titolare al Parma) è stata bilanciata unicamente scommettendo su Jaroszysnki senza affiancargli una riserva di ruolo. Del centrocampo si sa: via Castro e la sua qualità, dentro un Obi che non ne può riproporre i break e peraltro è fisicamente out. Identico problema in attacco, con l’addio a Inglese e l’arrivo di un Djordjevic appesantito dal suo anno e mezzo fuori: Stepinski è ancora indietro, tutto il peso delle idee sui trequartisti Birsa e Giaccherini. Al netto del processo sportivo sulle plusvalenze — giovedì l’udienza in corte d’appello Figc — è così che il club della Diga è arrivato a essere fanalino di coda. E da domenica è ancor più chiaro quanto sia ardua la sfida ingaggiata da Ventura.