Morte di Gilberto, insulti ai Benetton Sindacati e manager chiedono rispetto
Camera ardente privata, venerdì i funerali in Duomo. Briatore: «Benetton ucciso dal Ponte Morandi»
L’ondata di insulti che continua ad accompagnare Gilberto Benetton anche dopo la morte, in tutto e per tutto legata alla vicenda del Ponte Morandi, ha convinto i sindacati a scendere in campo. Sono stati gli stessi delegati e le rappresentanze unitarie a chiedere a Cgil e Cisl di prendere: «Chiediamo rispetto per l’uomo che tanto ha dato al territorio, parole vergognose e inaccettabili», hanno detto.I funerali che saranno venerdì alle 11 in Duomo a Treviso.
Briatore L’avevo visto prima dei fatti di Genova e non stava così male. È un’altra vittima del Ponte
Nei momenti più difficili, quelli dei lutti e delle grandi tragedie pubbliche, quelli che spezzano anche le famiglie più unite,i Benetton sono rimasti composti e tra loro solidali. Anche troppo. Al punto che non tutti avevano capito i silenzi e alcuni (freddi) comunicati all’indomani del crollo del ponte Morandi: «Il silenzio da noi è segno di rispetto» aveva detto Gilberto ma le sue spiegazioni non gli hanno evitato caterve di insulti sui social anche nel giorno della sua morte.
Maledizioni, sarcasmi fuori luogo e finanche beceri insulti hanno convinto ieri i lavoratori del gruppo Benetton, attraverso i rappresentanti degli operai e degli impiegati, a prenderne le difese. Un vero e proprio muro a protezione della memoria del fondatore con il quale si sono spesso scontrati: «Parole vergognose e infami – accusa Cristina Furlan, segretaria della Filctem Cgil -. I nostri delegati, unendosi al lutto della famiglia, vogliono fermamente condannare attacchi offensivi e senza senso. Il gruppo Benetton ha dato tanto a questa provincia. Siamo consapevoli di quello che accade, della problematicità delle circostanze e del futuro incerto, ma quelle parole sui social sono irrispettose e inaccettabili». Maledizioni feroci, depositate in pochi secondi a commento di un lancio di agenzia, furiosi sghignazzi che si prendono gioco della sofferenza, come se le responsabilità del crollo del ponte Morandi a Genova fossero già acclarate e personali.
Inutile dire che la vicenda di Genova ha segnato nel profondo tutta la famiglia Benetton, Gilberto in particolare per il suo ruolo nella società. «Abbiamo letto quelle frasi con molta rabbia – afferma Claudia Moroni, delegata della Cisl -. Nulla può giustificare simili aggressioni e mancanze di rispetto. Sono imprenditori che hanno fatto grande non solo un’azienda, ma un intero territorio, dando lavoro a molte persone e creando delle famiglie. Siamo loro vicini per questa dolorosa perdita». «Mi hanno colpito il grande senso di appartenenza dei lavoratori Benetton all’azienda e alla famiglia – ha aggiunto Gianni Boato, segretario della Femca Cisl -. Sono stati mesi terribili, dopo la morte di Carlo e la tragedia di Genova, ma c’è riconoscenza per quanto di buono è stato creato in questi lunghi anni, con un sentito rispetto».
Tra le parole misurate dei manager che oggi sono al timone del gruppo e che con Gilberto hanno condiviso il peso della vicenda si stacca un ex, Flavio Briatore, già uomo di fiducia di Gilberto ai tempi del team di Formula 1, che parla apertamente di sciacallaggio. Di più: «Il Ponte Morandi ha ucciso Gilberto Benetton, è un’altra vittima. Era distrutto moralmente, l’avevo visto prima di Genova e non stava così male. Poi tutto è precipitato anche per questi episodi di sciacallaggio». Del resto che lo stato di prostrazione abbia influito sulla malattia è un’ipotesi fatta anche dai medici.
Ieri, nella cappella dell’obitorio di Treviso, è stata allestita una camera ardente in forma privata, con i familiari e gli amici più cari che sono sfilati davanti a un’enorme composizione di rose bianche; la moglie Maria Laura, la figlia Sabrina, il genero Ermanno Boffa. Il funerale sarà celebrato venerdì mattina alle 11 nella cattedrale di Treviso, dove solo a luglio la famiglia aveva salutato il più piccolo dei quattro fratelli, Carlo. E dove Giuliana e Luciano diranno addio a Gilberto.
La cerimonia è stata affidata a don Adelino Bortoluzzi, legato a Gilberto anche da una lunga amicizia: «Sono scosso da questa perdita – racconta -. A stupirmi è sempre stata la sua profonda fede. È stato un uomo di grande ricchezza e sapienza umana, che sapeva dimostrare una non comune sensibilità. Mi domandava spesso, dopo la crisi del 2008, come stessero le persone, quali fossero i problemi della gente. Mi chiedeva se ce la facessero a tirare avanti in questo momento difficile. Non è poco per un imprenditore».
Gilberto Benetton è morto lunedì sera, a 77 anni, nel reparto di ematologia dell’ospedale Ca’ Foncello, dopo mesi di lotta contro la leucemia: «Ha chiesto di essere trattato come tutti gli altri pazienti, non voleva trattamenti privilegiati» ricorda don Adelino.
Tutte le aziende del gruppo (gli stabilimenti, gli uffici, i negozi, le sedi culturali ed espositive) rimarranno chiuse in segno di lutto venerdì mattina, così da consentire a chi vorrà partecipare di recarsi alla cerimonia in Duomo.