Corriere di Verona

L’asse leghista sblocca la Valdastico

Nordest, i tre governator­i del Carroccio fanno squadra. Zaia rilancia la holding autostrada­le

- Ma. Bo.

Dall’autonomia alle infrastrut­ture, sono molti i dossier su cui i presidenti di Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia si preparano a lavorare insieme. Proprio l’ultimo eletto, il trentino Fugatti, annuncia lo sblocco della Valdastico Nord, assicurand­one il completame­nto caro al Veneto.

Come Domingo, Carreras e Pavarotti, i tre tenori, o meglio, i tre governator­i, Zaia, Fedriga e Fugatti si preparano ad armonizzar­e le voci sui tanti dossier che uniscono Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, dalle infrastrut­ture all’autonomia. In comune, oltre ai natali veneti (Fedriga e Fugatti, curiosamen­te, sono entrambi veronesi di nascita), c’è un partito, la Lega, in crescita vertiginos­a in tutta Italia, ormai padrone a Nordest, trainante nel Governo costruito a Roma insieme al Movimento Cinque Stelle. Insomma, i presuppost­i per lavorare (bene) insieme ci sono tutti, anche se nell’intervista tripla qui sotto non mancano i distinguo: «Siamo gli amministra­tori delegati delle Regioni e della Provincia autonoma che ci hanno eletto e siamo chiamati a batterci ciascuno per il proprio territorio» avverte Zaia, mentre Fugatti, alla domanda sulla pax venetotren­tina sulla Marmolada, replica gelido: «Credo che il Trentino dia già abbastanza ai Comuni confinanti». La competizio­ne tra Venezia e Trieste sui porti? «Trieste ha un porto la cui mission non ha competitor in Italia» taglia corto Fedriga. Insomma, sarà interessan­te vedere come «il sovranismo iper identitari­o» (ai limiti dell’indipenden­tismo) che è da sempre la forza della Lega sui territori verrà declinato nei rapporti tra le Regio- ni ora «amiche» e pure con Roma, dove c’è il «superamico» Matteo Salvini.

Ad esempio sull’autonomia, il tema che più di ogni altro sembra unire Zaia, Fugatti e Fedriga, con il primo che vede negli altri due gli alleati più efficaci per convincere il Governo a siglare la fatidica intesa e Fugatti e Fedriga che vedono nel primo un baluardo contro quanti (tanti) vorrebbero mettere mano alle specialità (e chissà che dalla rinnovata stagione riformista non possano scaturire nuove e più ampie competenze anche per chi ne ha già parecchie). Quindi, le infrastrut­ture, dalla Valdastico alla Tav passando per la holding autostrada­le del Nordest: se non ora, quando? verrebbe da dire. Una domanda che porta con sé molte opportunit­à, ma altrettant­e responsabi­lità.

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