Eurasia, l’export che attira oltre mille aziende
Via ai lavori domani con Salvini. L’export in stallo
Un mercato che vale 258 miliardi di dollari l’anno per quanto riguarda gli interscambi quello euroasiatico a cui è dedicato l’11esimo forum scaligero che inizierà domani e che avrà come padrino Matteo Salvini.
L’hanno ribattezzato la «Davos di Verona». Ma a differenza del Forum economico mondiale, questo si incentra sul mercato euroasiatico, che vale 258 miliardi di dollari l’anno per quanto riguarda gli interscambi. È quello a cui è dedicato l’11esimo forum scaligero che inizierà domani per sfociare venerdì in una serie di incontri e che avrà come padrino quel Matteo Salvini che, vicepremier e ministro dell’Interno, si è fatto portavoce del fronte del «no» per le sanzioni contro la Russia.
Rapporto privilegiato, quello dell’attuale governo con la federazione russa che si riverbererà nei due giorni veronesi. Oltre 60 speaker tra imprenditori, top manager, ministri e amministratori pubblici italiani, europei ed eurasiatici, ma anche da Stati Uniti, Corea del Sud, Iran, India, Turchia, Mongolia e Israele e la partecipazione di 1.080 aziende da 20 Pesi, in rappresentanza di quasi il 90 per cento dell’interscambio complessivo con Mosca per il Forum economico eurasiatico di Verona che quest’anno sarà dedicato all’economia della fiducia e alla diplomazia del business dall’Atlantico al Pacifico. «Diplomazia degli affari» alquanto necessaria per il mercato delle esportazioni venete che sta segnando il passo, come emerge dai dati dell’associazione Conoscere Eurasia, organizzatrice del summit scaligero con Roscongress e forum economico internazionale di San Pietroburgo.
Dopo aver chiuso il 2017 a quota 1,53 miliardi (13,4% in più sui valori del 2016), nel primo semestre di quest’anno l’unione economica eurasiatica ha acquistato merci dal Veneto per 727,8 milioni. Una continuità, ma non più una crescita che nelle sanzioni ha solo una delle motivazioni . Sul fronte delle province il primato va a Vicenza, seguita da Treviso e Verona, che con 155 milioni di export e quasi 95 milioni di import si posiziona invece in testa alla classifica regionale per intercambio con l’unione, con oltre il 30 per cento delle piccole e medie imprese locali che lavorano direttamente o indirettamente con l’Eurasia, come spiegato da Marina Scavini, vice presidente di Apindustria.
Si analizzerà la contrazione nazionale, domani e venerdì in Gran Guardia. Con Salvini ai lavori di giovedì anche Romano Prodi, presidente di Fondazione per la collaborazione tra i popoli e, tra gli altri, Stefano Manservisi, direttore generale Cooperazione internazionale e sviluppo della Commissione europea, il segretario di Stato russo Grigory Rapota, il presidente dell’Unione degli Industriali e degli imprenditori russi Aleksander Shokin, il sottosegretario Mattia Fantinati. A dirigere i lavori il deus ex machina del forum, Antonio Fallico. «Ci saranno il 25 per cento in più di aziende rispetto allo scorso anno - ha spiegato - e oltre ad energia, infrastrutture, finanza, trasporti e tecnologia per la prima volta si terrà una sessione coordinata dalla Fao dedicata all’agroindustria». Nuovi sbocchi per un attore geopolitico ed economico sempre più strategico, come ha fatto notare anche il presidente del Catullo e di Confcommercio Paolo Arena. «Auspico la fine delle sanzioni - ha detto - per un mercato con cui si andrebbe oltremodo bene, se ci fosse libertà di scambi». Scambi che fanno di Verona il ponte tra Occidente e Oriente. «Questi giorni saranno importanti - ha analizzato il sindaco Federico Sboarina - per la nostra città, non solo dal punto di vista economico ma anche per la visibilità che verrà data al Forum. Una tappa fondamentale per la crescita di rapporti, anche culturali, sempre più importanti».
Arena I rapporti commerciali andrebbero oltremodo bene se non ci fossero le sanzioni Non solo energia Sul tavolo anche , infrastrutture, finanza, trasporti, tecnologia e anche l’agroindustria