Accoltellata dall’ex mentre va al lavoro
Dramma sfiorato in viale Piave. L’uomo si è costituito, la donna in prognosi riservata
Quando si è presentato in caserma dai carabinieri, teneva ancora in mano il coltello. Il tempo di identificarlo e i carabinieri lo hanno arrestato per tentato omicidio aggravato. Lui, trentenne romeno, è l’aggressore che ieri mattina poco prima delle 8, ha colpito a lamate la ex compagna di 31 anni, romena anche lei, all’altezza dell’hotel Leon d’Oro, a due passi dal cavalcavia di viale Piave, lasciandola ferita e sanguinante in strada.
VERONA«L’ho accoltellata». Quando, ieri mattina, si è presentato alla caserma di via Salvo D’Acquisto, teneva ancora in mano la lama sporca di sangue. Trafelato, sconvolto e forse pure un po’ ubriaco. Il tempo di identificarlo e i carabinieri lo hanno arrestato con la pesante accusa di tentato omicidio aggravato. Era stato lui, trentenne romeno poco prima delle 8, ad aggredire la ex compagna di 31 anni, romena anche lei, all’altezza dell’hotel Leon d’Oro, a due passi dal cavalcavia di viale Piave, lasciandola ferita e sanguinante in strada. E, sentendosi probabilmente braccato, ha deciso di consegnarsi. «Motivi familiari» ha sintetizzato in conferenza stampa il comandante della compagnia Stefano Caneschi, al fianco della comandante del nucleo radiomobile Silvana Fabbricatore e di quello della stazione Luigi Mazza.
Già, perché all’origine della brutale aggressione, vi sarebbe stato un acceso litigio scatenato dalle presunte rivendicazioni di lui sulla «gestione» della loro bambina. I due, in Italia da nove anni, avevano sempre vissuto di espedienti. Ma da quando era rimasta incinta, lei aveva trovato il coraggio di cambiare vita e di rivolgersi ai servizi sociali. Basta con le notti al freddo e le giornate trascorse a chiedere l’elemosina: una casa-famiglia aveva accolto lei e la piccola. E da lì, era iniziato il suo personalissimo riscatto sociale. Un nuovo lavoro per una cooperativa romana e l’impiego, da poco, all’hotel per le pulizie giornaliere. Lui, però, non si era mai rassegnato all’idea di averle perse. E ieri mattina, puntuale, l’ha attesa sulla via del lavoro. Sapeva che la donna, dopo aver lasciato la bimba agli operatori della struttura, avrebbe raggiunto in autobus la stazione di Porta Nuova per poi raggiungere l’hotel a piedi. E così s’è appostato appena prima del sottopasso ferroviario.
I due, come ricostruito dai filmati registrati da una telecamera e dalle prime testimonianze, hanno iniziato subito a litigare. Lei ha affettato il passo e lui dietro, a ruota. Sbucati dal sottopasso, lui ha iniziato a strattonarla e poi ha estratto un coltello da cucina con la lama in ceramica e l’ha colpita. Prima al volto, poi (dopo averla buttata a terra e rialzata bruscamente), al costato. È stato l’ispettore della polizia stradale Andrea Scamperle, il primo a lanciare l’allarme: «Stavo andando in questura per iniziare la giornata - ha raccontato -. Svoltando in via Fedrigoni, ho notato quei due sul lato opposto. Nello specchietto retrovisore ho visto che la colpiva con qualcosa e ho accostato». Il tempo di scendere dal veicolo e ha iniziato a urlare: «Fermati, fermati». E, a quel punto, l’uomo ha mollato la presa ed è scappato. Nel frattempo, Scamperle, aveva già avvisato il 113 e sul posto erano state fatte convogliare tutte le pattuglie dei carabinieri competenti per zona. «Ma nessuno degli altri automobilisti si è fermato - il commento amaro dell’ispettore -. Io capisco la paura, ma non ci si può voltare dall’altra parte. Almeno fare una telefonata...». Soccorsa dal 118, la donna è stata trasferita in pronto soccorso e stabilizzata: la prognosi resta riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita. Lui, invece, è in cella a Montorio.