Corriere di Verona

Arriva il Perugia Di Carmine a caccia della prima rete

L’attaccante finora a secco ritrova il Perugia. Caos B, Hellas alla finestra

- Fontana

Samuel Di Carmine è un lupo del gol ed essere rimasto a secco a Venezia, con quel pallone colpito di testa in ridotto equilibrio e finito contro il palo, gli è rimasto sul gozzo. A buttarlo dentro, con ogni probabilit­à il Verona avrebbe vinto al Penzo, cancelland­o una serie di partite che non hanno dato all’Hellas il gusto del successo. Di Carmine, proprio con il Venezia, è rientrato a poco meno di due mesi dall’ultima gara disputata.

Al debutto del campionato, il 26 agosto, era al centro dell’attacco del Verona col Padova. Da derby a derby, ci sono stati incontri saltati (a Cosenza), soste per gli impegni delle nazionali e, soprattutt­o, l’infortunio muscolare che l’ha fermato prima della sfida con il Carpi. Di lì, il recupero, con l’assenza forzata anche a Crotone, con lo Spezia e a Salerno. Poi, la panchina col Lecce. Poteva essere diverso, il nuovo esordio di Di Carmine, ma non ha molto senso rimuginare sull’occasione svanita con il Venezia. Tantomeno c’è il tempo per farlo, con tre turni in programma in pochi giorni per il Verona.

Insegue il primo gol in B con la maglia gialloblù, Di Carmine, e lo farà a cominciare da un incrocio che è pieno di sentimenti e ricordi: sabato, al Bentegodi, arriva il Perugia, la squadra in cui il fiuto del gol della punta fiorentina è sbocciato. Il suo talento, prima, non si era espresso con la continuità a vuta, inve ce, i n biancoross­o. Un’annata da 13 gol, un’altra da 22: questi i titoli d’onore che gli sono valsi la qualifica di centravant­i determinan­te nella categoria. Il Perugia, con lui, ha raggiunto i playoff per due stagioni consecutiv­e. Dopo, ecco i saluti, con il Verona che ha convinto la società a cedere il cartellino del giocatore.

Dalle casse dell’Hellas sono usciti 2.5 milioni di euro. Per Di Carmine, firma su un contratto triennale. Una scelta netta, con Tony D’Amico, direttore sportivo gialloblù, che ha persuaso l’attaccante a mettere da parte le possibili sirene della Serie A per rincorrere l’obiettivo da riferiment­o offensivo del Verona. Per adesso le opportunit­à sono state ridotte. Il minutaggio di Di Carmine, per diverse ragioni, in particolar­e a causa del problema fisico che l’ha bloccato, è stato ridotto: due presenze e 180’ totali. L’Hellas che ha affidato a lui, in coabitazio­ne con Giampaolo Pazzini (e con la sorpresa-non sorpresa del lancio di Lubomir Tupta), il compito di finalizzar­e l’azione, non ha decollato sul piano realizzati­vo. Sono 10 le reti reali messe a segno dal Verona, benché la squadra abbia dimostrato di sapere costruire occasioni in numero elevato. Manca la stoccata, allora. Pazzini ne ha fatti tre con il Carpi, con due rigori trasformat­i, una specialità della casa. Per il resto, si sono visti tanti errori e poca concretezz­a. Questa è la zavorra che ha, fin qui, tenuto a terra un Hellas che ha mezzi e uomini per volare. Col Perugia non importa se Di Carmine, in caso di gol, deciderà di esultare o meno. Quel che conta è solamente che segni e che il Verona metta fine a un periodo di risultati al ribasso. La B potrebbe tornare a 22, il campionato si allunghere­bbe, ma l’Hellas, con Di Carmine, non può permetters­i di indugiare.

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Classe 1988 Samuel Di Carmine punta gialloblù

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