Corriere di Verona

Stipendi Cisl, «gola profonda» a processo

L’imputato lavora all’Inps: «Ma non svelai io quei dati»

- La. Ted.

Nel 2015 scoppiò lo scandalo dei presunti «stipendi d’oro» alla Cisl, denunciato dal compianto sindacalis­ta (poi espulso) veronese Fausto Scandola: ieri era sotto processo «gola profonda», dipendente Inps.

Fu una vera «bomba» quella che scoppiò nel 2015, in pieno agosto. Nel bel mezzo dell’estate di tre anni fa, esplose infatti lo scandalo dei presunti «stipendi d’oro» alla Cisl: compensi che, stando ai dati resi noti (ma poi contestati dai diretti interessat­i), avrebbero sfiorato i 300 mila euro. Il caso più eclatante, venne denunciato all’opinione pubblica, sarebbe stato quello di Raffaele Bonanni, l’ex segretario generale della Cisl dimessosi il 24 settembre del 2014. Ebbene, dal 2006 al 2011 la retribuzio­ne dell’ex dirigente avrebbe raggiunto cifre record, ben oltre il tetto massimo dei grandi manager di Stato e ciò avrebbe consentito a Bonanni di intascare 336 mila euro di pensione annui. A dirlo per primo fu Fausto Scandola, dirigente della Cisl di Verona e pensionato Fisascat (venuto poi a mancare nel 2016), che aveva pazienteme­nte messo insieme un dossier che svelava i presunti compensi stratosfer­ici dei componenti delle segreterie nazionali del suo sindacato. Una bomba, appunto. Lo stesso Scandola, che dopo la sua denuncia venne «tagliato fuori», nel 2015 aveva inviato tutto al segretario nazionale Anna Maria Furlan chiedendon­e le dimissioni e poi ai segretari delle categorie nazionali e regionali, parlando di un «sistema immorale», che si finanziava coi contributi dei lavoratori e poi riempiva le tasche dei dirigenti.E la stessa Furlan, ieri,risultava tra le parti civili al processo che vede imputato R. V., un ver0nese (assistito dalle legali Paola Malavolta e Marta Pasquato) che lavora alla sede scaligera dell’Inps. L’accusa gli imputa di essersi «indebitame­nte introdotto»nella banca dati dell’ente previdenzi­ale per quattro volte nel corso del 2015 e di aver «ispezionat­o» - e poi rivelato- la situazione retributiv­a della stessa Furlan, di Bonanni e di altre figure apicali della Cisl. Ma l’imputato nega di essere lui «gola profonda» nella vicenda, e la difesa conta di giocare già nel corso della prossima udienza (prevista a marzo 2019) le proprie carte contro l’accusa. Un caso che fece clamore, quello innescato da Scandola: la sua espulsione aveva suscitato indignazio­ne e molti dirigenti dello stesso sindacato avevano chiesto che il provvedime­nto venisse annullato. Ma così non è stato. In un’intervista alle Iene, Scandola aveva invitato i militanti indignati «a rimanere nella Cisl e a dare battaglia all’interno senza cedere alla tentazione di andarsene».

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La denuncia Fausto Scandola

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