Corriere di Verona

Perugia primo test per Grosso Gioca Di Carmine

Al Bentegodi gli umbri di Nesta. Gioca Di Carmine, Ragusa in pole

- Fontana

Avanti con il Perugia. Prima tappa di un filotto di tre partite in sei giorni che molto dovranno dire sulle prospettiv­e nell’immediato (e non solo) del Verona: «C’è la continuità delle prestazion­i, ora serve quella nei punti», spiega senza indugiare Fabio Grosso. Le sconfitte di Salerno e con il Lecce hanno incrinato il momento sì dell’Hellas, e di certo non è bastato il pareggio di Venezia a spingere verso nuovi entusiasmi. C’è bisogno di tutt’altro sprint, anche perché la concorrenz­a ha accelerato e anche da sotto la spinta di chi arriva è forte.

«Ho fiducia in questa squadra, stiamo lavorando bene», assicura il tecnico dell’Hellas. Se si parla di moduli e di vicende tattiche, Grosso non è di sicuro un appassiona­to delle conversazi­oni che chiamano in causa i numeri. Li tiene in consideraz­ione, invece, nel momento in cui vengono in gioco le statistich­e: «I dati non si possono smentire, si devono analizzare con onestà. E i dati, quindi, dicono che avremmo meritato di ottenere di più. Noi più cinici? Occorre crescere anche in questo». Equivoci non ce ne possono essere su quel che il Verona ha saputo produrre negli ultimi tre turni, trascorsi senza vincere: 44 tiri verso la porta, con molte occasioni sprecate e sbagli in fase realizzati­va che hanno penalizzat­o l’Hellas. Dopo, secondo la consueta legge per cui gli errori si scontano con regolare cadenza, i gialloblù si sono ritrovati con poco o niente in mano.

Da qui riparte il Verona, con Grosso che carica i suoi giocatori: «Per imporsi non basta giocare bene, non basta esprimersi su livelli notevoli, né costruire molto, come abbiamo fatto. C’è da metterci qualcosa di più».

Il Perugia, allora. Intanto questa, e dopo martedì l’Ascoli, in trasferta, e venerdì la Cremonese, ancora al Bentegodi. Non sono bivi, ma tutti incroci che chiarirann­o parecchio sullo stato di forma dell’Hellas e sulla sua capacità di andare oltre le difficoltà del periodo: «Il Verona è un gruppo costituito da ottimi giocatori, rappresent­a una città importante. Sono convinto che continuand­o così raggiunger­emo i risultati che cerchiamo», prosegue Grosso. Dunque, le questioni di campo. Resta fuori, come previsto, Ryder Matos (si tenta il recupero per Ascoli), Pawel Dawidowicz c’è, ma si è allenato poco in settimana e inizierà dalla panchina. Samuel Di Carmine rimane in vantaggio su Giampaolo Pazzini per il ruolo di punta centrale: «Loro due insieme? Non col Perugia, vedremo poi», taglia corto Grosso. L’ampiezza dell’organico a disposizio­ne dell’allenatore dell’Hellas apre le valutazion­i su un turnover possibile, e più ancora necessario, visto il filotto d’impegni che aspettano il Verona. Quotata è l’ipotesi che i cambi nella squadra titolare siano effettuati tra Ascoli e Cremonese – sempre che, con il caos totale che circonda la B con la questione del format da confermare, con i connessi corsi e controrico­rsi che paiono non avere fine –, mentre oggi Grosso sarebbe orientato a non alterare in maniera radicale lo schieramen­to utilizzato domenica al Penzo: «Chi andrà in campo – chiarisce il tecnico – dovrà farlo con abnegazion­e, perché a rimanere fuori saranno dei giocatori ugualmente bravi». Probabile formazione, in chiusura: Silvestri in porta, linea a quattro con Crescenzi a destra, Balkovec a sinistra (ma occhio a Eguelfi), con Caracciolo e Marrone in mezzo. A centrocamp­o, Henderson in coppia con Colombatto, mentre Dawidowicz comincerà dalla panchina, assorbita la botta al piede riportata con il Venezia. A supporto di Di Carmine, Ragusa è favorito per rimpiazzar­e Matos, con Zaccagni e Laribi. Circa 230 i tifosi del Perugia presenti. Si annuncia pioggia, preparate gli ombrelli.

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