Dall’Arena disco verde alla stagione invernale
Il consiglio di indirizzo preceduto dalla contestazione dei sindacati in piazza Bra Entro dicembre nuovi sponsor. Si profila il ritorno alla piena attività su 12 mesi
Il Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Arena ha varato la stagione invernale del teatro Filarmonico, ritenendolo compatibile col bilancio di previsione 2019 e con la possibilità di tornare a pagare i due mesi di stipendi finora sospesi per tener fede al Piano di Risanamento.
Si può fare. Dopo i dubbi delle scorse settimane, il Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Arena ha varato la stagione invernale del teatro Filarmonico, ritenendolo compatibile col bilancio di previsione 2019 (che dovrà assolutamente essere in pareggio, pena una gravissima «retrocessione») e con la possibilità di tornare a pagare i due mesi di stipendi (ottobre e novembre) finora sospesi per tener fede al Piano di Risanamento. La riunione si è tenuta in Comune in quanto la sala riunioni di via Roma continua ad essere occupata dai lavoratori, alcuni dei quali si sono peraltro trasferiti sotto le scalinate del municipio per «accompagnare» l’incontro con slogan e cori. L’apprensione dei dipendenti era molta, ma la riunione sembra essere andata incontro almeno a parte delle loro richieste. In pratica, si sono verificati i costi effettivi della stagione del Filarmonico (fino a maggio).
E alla fine sarebbero stati fatti quadrare, anche se con alcune condizioni: entro la fine di quest’anno si dovranno infatti cercare nuove sponsorizzazioni e si dovrà attuare una più attenta gestione dei costi aziendali. Ad indurre all’ottimismo i consiglieri, peraltro, il fatto che arriveranno per intero gli incassi del settore extralirica, e che gli ottimi risultati «rock e pop» dovrebbero consentire ad Arena Verona srl (guidata da Gianmarco Mazzi) di erogare dividendi, visto che le entrate avrebbero superato le previsioni del budget. Tornando alla stagione del Filarmonico, dopo la Boheme di dicembre, si prevedono il Mefistofele di Boito, il don Pasquale di Donizzetti, l’Adriana Lecouvreur di Cilea, il Maestro di Cappella di Cimarosa ed il Gianni Schicchi di Puccini. In sospeso, invece, tre dei concerti di cui pure si era parlato.
I sindacati esamineranno il tutto a tamburo battente, ma Paolo Seghi (Cgil) anticipa un primo giudizio: «Positivo – dice – che per la prima volta siamo stati informati di quanto il consiglio ha discusso. Ora ovviamente attendiamo che tutto si traduca in numeri e cifre (a partire dalla pianta organica): la nota inviataci non è molto esaustiva ed arriva solo al maggio 2019, mentre speravamo in una programmazione più a lungo termine». Un nuovo consiglio sarà riconvocato a breve, e a palazzo Barbieri si sottolinea che «questa nuova modalità di programmazione interrompe la vecchia prassi che non teneva conto del contesto economico complessivo, tanto da causare la forte esposizione debitoria che ha portato al commissariamento». Insomma, dicono i vertici di Fondazione, adesso si lavora più seriamente, con ritmi da vero e proprio consiglio d’amministrazione più che da organismo d’indirizzo. Il programma del Filarmonico era stato presentato nelle scorse settimane, ma privo dei relativi costi, esaminati appunto ieri. Quanto alla necessità di nuovi sponsor, come anticipato dal Corriere di Verona,a margine del Forum Eurasiatico, in corso alla Gran Guardia, il sindaco Federico Sboarina, Gianmarco Mazzi e Gianfranco De Cesaris hanno incontrato l’altro giorno, in una saletta riservata della stessa Gran Guardia, i vertici del colosso russo Gazprom, cui Mazzi ha presentato anche suggestivi filmati areniani. E le reazioni sarebbero state decisamente positive.