La strada europea per finanziare il collettore del Garda
Cento milioni già disponibili, ne mancano 120. «Opera parte del progetto per la tutela dell’Adriatico»
Cento milioni per il nuovo collettore che il governo Renzi ha stanziato sono in cassaforte. Ora, però, ne mancano altri 120 per coprire la spesa totale prevista per il nuovo collettore fognario del Garda, per le sponde veronese e bresciana. Non rimane che appellarsi all’Europa. Ma quali sono le strade per arrivare fino a Bruxelles? Pare più di una: accedere ai fondi della macro strategia Adriatico-Ionica; al progetto di innovazione e ricerca Horizon 2020; rivolgersi alla Banca europea di investimento. Ma i tempi non sono così veloci: serve un progetto esecutivo e bisogna partecipare a dei bandi europei, quindi c’è n’è ancora di strada da fare. Da qui l’sos lanciato ieri pomeriggio in Dogana Veneta a Lazise da Ags (azienda gardesana servizi) ad europarlamentari e onorevoli della «Regione Garda», nel convegno organizzato sul tema del risanamento idrico e ambientale nel collegamento lago di Garda-bacino del Pomare Adriatico. Si, perché, le acque del Garda si immettono nel Mincio, raggiungono i laghi di Mantova, quindi il Po per sfociare nell’Adriatico. Ed è stato Ivan Jakovcic, relatore al Parlamento Europeo per la macro strategia Adriatico-Ionica, (anche presidente della provincia dell’Istria), ad assicurare il suo sostegno nella missione. «Ci sono due pilastri nella strategia per l’Adriatico: ambiente e turismo sostenibile – ha spiegato – dove è scritta l’importanza di proteggere fiumi e laghi dell’area adriatica». «Gli stanziamenti vengono elargiti dall’Europa alle Regioni su dei bandi di progetti esecutivi – ha sottolineato Luigi Morgano, europarlamentare Pd – ma se si punta al tema ambientale che in Europa è considerato centrale, si possono trovare percorsi di priorità». Uguale linea per Damiano Zoffoli, anch’esso europarlamentare PD, membro della Commissione per l’Ambiente, sindaco di Cesenatico: «Il metodo si poggia su tre gambe: progetto compiuto, risorse e consenso. È fondamentale la condivisione di tutti, anche se oggi mi pare manchi qualcuno all’appello». Riferimento palese al M5S, grande assente all’incontro, su cui si è riversato il fuoco incrociato anche dei deputati veronesi Davide Bendinelli (F.I), Alessia Rotta (PD) e Vania Valbusa (Lega-Salvini). Valbusa si è addirittura detta disposta, se i grillini intervenissero a gamba tesa, «ad andare a manifestare in corteo a Roma, anche se siamo al governo con loro».
A margine la deputata pentastellata Francesca Businarolo ha ribadito la posizione del movimento: «Vogliamo un progetto di ispirazione europea, sul modello Lago di Costanza, che non costi troppo e che duri nel tempo». Una prova di buona volontà, nel corso dell’incontro, è arrivata dalla Provincia di Verona, con il presidente Antonio Pastorello a termine mandato, che ha firmato il protocollo d’intesa con il presidente del Consiglio di Bacino Veronese, Claudio Melotti, a cui ha assegnato 1 milione di contributo.