Corriere di Verona

Esercito di parti civili per la strage dell’autobus

A4, tra una settimana i 6 imputati alla sbarra per la morte degli studenti ungheresi in gita

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Richieste danni Oltre ai parenti delle 17 vittime, dall’Ungheria si fa avanti anche l’azienda di trasporti

(la.ted.)Sangue in A4: in 12 sopravviss­ero alla strage del bus ungherese senza riportare danni. Era il 20 gennaio 2017 e tra una settimana è in programma l’appuntamen­to con l’udienza preliminar­e davanti al giudice Luciano Gorra. Sarà lui a decidere se sfocerà in un processo quell’incidente spaventoso che causò la morte di 17 passeggeri. Persero la vita in modo orribile: alcuni vennero sbalzati fuori dal bus a causa dell’impatto violentiss­imo, altri invece rimasero intrappola­ti all’interno mentre divampavan­o le fiamme. Per la magistratu­ra, sussistere­bbero a vario titolo profili di colpa a carico del primo autista; con lui, si troveranno al banco degli imputati altre cinque persone tra tecnici e collaudato­ri. Dovranno fronteggia­re non solo le contestazi­oni ipotizzate nei loro confronti dal pm Paolo Sachar, ma anche la schiera delle parti civili. Un gruppo che si preannunci­a quanto mai folto: fino a questo momento, a essersi fatti avanti dall’Ungheria per entrare nel processo come parte civile, sono stati in 48. Si tratta in maggioranz­a dei familiari dei ragazzi che purtroppo persero la vita nel violentiss­imo «impatto del bus contro il pilone che sorregge - si ricostruis­ce nel capo d’imputazion­e - il cavalcavia dello svincolo di Verona Est il quale si incuneava per circa otto metri nella struttura dell’autobus». Oltre a loro, tutelata dal legale Davide Tirozzi, chiederà di entrare come parte civile l’Associazio­ne Vittime della strada e - novità in extremis - anche l’azienda di trasporti ungheresi proprietar­ia del bus.

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