Doping anche tra i dilettanti E le sostanze sono on line
Convegno su ormoni e sport: a rischio i più giovani
Dai controlli effettuati nel 2017 in occasione di eventi sportivi non agonistici è emerso che il 3% dei partecipanti era positivo a doping. Ma quali conseguenze può avere sull’organismo l’assunzione «fai-da-te» di anabolizzanti o stimolanti? È il tema affrontato alla Camera di Commercio durante il convegno «Ormoni, metabolismo e sport», promosso da Roberto Castello, direttore di medicina generale ed endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e Paolo Cannas, medico sportivo della Tezenis Scaligera Basket per ragionare suun fenomeno che mette a rischio, in particolare, i giovani che praticano sport in ambienti amatoriali. Il confronto ha riunito un lungo elenco di addetti ai lavori, tra cui medici e professionisti, più un volto noto d’eccezione, quello dell’ex ciclista Damiano Cunego. «Quando si parla di sport - ha spiegato Cannas - ci si riferisce a un sistema di valori in cui l’emulazione gioca un ruolo importante: dal possedere la maglietta del proprio idolo si arriva a imitarlo nell’allenamento. Da qui la spinta all’assunzione di sostanze che migliorino le performance». È una patologia alimentata da diversi fattori che creano terreno fertile per il doping amatoriale. «L’Italia - ha proseguito Cannas - è il secondo Paese al mondo per doping olimpico ma, mentre nel settore professionistico i controlli sono prassi e vengono effettuati, nell’ambito amatoriale e giovanile il fenomeno non è monitorato». Ad aggravare la situazione è la facilità con cui si possono reperire prodotti dopanti, anche mascherati da integratori: «Fino a dieci anni fa queste sostanze si acquistavano in palestra, oggi invece si trovano comodamente online - ha aggiunto Castello - il problema è che spesso gli anabolizzanti vengono presentati come naturali e tra i più giovani, c’è chi si dopa non avendone neppure la consapevolezza». «Il mio consiglio - ha detto Cunego - è lasciare che lo sport sia solo un mezzo per divertirsi in modo sano, se poi dovessero esserci le condizioni per entrare nel mondo dell’agonismo lo si potrà fare dai 18 anni in poi».
Lo studio Nel 2017 il 3 per cento di «amatori» positivo ai controlli