L’ipotesi di deviare l’Adige nel Garda per salvare la città
Bloccati e identificati al Boschetto. Attesa oggi una nuova ondata L’idea di far defluire il fiume nel Garda per salvare la città
L’Adige tutta la giornata ha tenuto con il fiato sospeso l’intera macchina della protezione civile che ora valuta, in previsione di una nuova piena, di deviare la portata nel Garda. Intanto, bravata di sei canoisti.
Il bilancio, a tarda serata, era di una quarantina di interventi dei vigili del fuoco per alberi sradicati e pali divelti in tutta la provincia. Ma il pensiero di tutti era ancora rivolto a lui, all’Adige che per tutta la giornata ha tenuto con il fiato sospeso l’intera macchina della protezione civile.
Sporco, velocissimo e, sopratutto, gonfio. Rumoroso come non mai e minaccioso. Non c’è veronese che ieri in città non gli abbia gettato un’occhiata, anche solo di sfuggita, temendo il peggio. Il timore, scongiurato almeno fino al momento in cui scriviamo, era quello dell’esondazione. «Per un metro l’Adige non è straripato a Verona. I modelli matematici hanno funzionato», ha detto il governatore Luca Zaia ieri mattina.
Paratie, costante monitoraggio dei livelli e prontezza d’intervento: l’emergenza maltempo, in città, è stata gestita così. Pronti persino a fare i conti con l’incoscienza, come nel caso dei sei canoisti che, verso le 17, hanno ben pensato di calarsi in acqua e sfidare le rapide. Immortalati da decine e decine di smartphone, hanno fatto scattare l’allarme. All’altezza di Ponte della Vittoria, sfruttando i livelli altissimi del fiume, sono persino passati all’interno dei fori dei piloni di sostegno della struttura. E poi via verso Sud, mentre dalle rive era un susseguirsi di turisti e veronesi che sgranavano gli occhi increduli. La loro bravata, si è conclusa all’altezza del Boschetto, dopo la questura: è lì che i vigili del fuoco calatisi a loro volta in acqua con un gommone e le volanti della polizia li hanno bloccati e identificati. Al momento la polizia sta ancora valutando le loro responsabilità dal punto di vista amministrativo e penale. Ma non si è trattato certo dell’unico intervento.
In prefettura, già di primo mattino, sono scattate una serie di riunioni che hanno visto impegnati vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine per fare il punto della situazione. L’Adige, in poco più di 24 ore, era salito di circa 4 metri passando dai -2,10 metri registrati domenica mattina alle 8 ai +1,77 metri di ieri alle 11.30.
Una nuova fase di piena è attesa nella primissima mattina di oggi. E la Protezione Civile sta valutando un intervento assolutamente straordinario, ovvero deviare parta della portata dell’Adige verso il Garda. «Stiamo decidendo - ha detto ieri il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli - se aprire una galleria non utilizzata da molti anni, in modo da far defluire l’Adige verso il Garda. In questo modo sarebbero deviati verso il lago circa 500 metri cubi al secondo e questo consentirebbe di far scendere il livello del fiume, evitando di far arrivare la piena su Verona». Intanto, in vista delle previsioni, è stato deciso di replicare anche per oggi l’ordinanza che impone la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado in città e provincia.
Megareti, società partecipata di Agsm, ha potenziato i turni per monitorare impianti e reti elettriche. A Palazzo Barbieri, il Coc (centro operativo comunale) è rimasto sempre attivo. «Il coordinamento con la prefettura è costante, stiamo verificando tutte le segnalazioni ma al momento la situazione è sotto controllo» spiegava a mez- zogiorno il sindaco Federico Sboarina al fianco dell’assessore alla Sicurezza Daniele Polato e del comandante della Polizia municipale, Luigi Altamura. Otto le pattuglie dei vigili impegnate sul campo. «I progni delle varie circoscrizioni sono tutti sotto controllo, nella maggior parte dei casi, risultano ancora a secco» spiegava Polato.
Solo nel corso della nottata, per non più di mezz’ora, era stato deciso di chiudere in via precauzionale un tratto di lungadige Attiraglio dove l’Adige aveva straripato arrivando quasi a livello della strada. La situazione ha iniziato a «movimentarsi» maggiormente a partire dal tardo pomeriggio, complici pioggia e, sopratutto, le forti raffiche di vento. I vigili del fuoco sono stati impegnati a mettere in sicurezza alberi sradicati e pali e alle 20 avevano ancora 37 richieste in coda. E anche oggi si preannuncia un’altra giornata di massima allerta.