Acqua alta, chiusa Piazza San Marco
Il presidente Mattarella telefona al sindaco. Brugnaro: «Il Mose è necessario»
«Adesso vorrei chiedere a qualcuno se ha compreso la funzione del Mose». Il sindaco Brugnaro ha fatto evacuare piazza San Marco, le previsioni dicevano 160 centimetri a metà pomeriggi: troppo anche per una città abituata da sempre alle acque alte. Messaggio del presidente Mattarella.
Decine di foto hanno immortalato topi che cercavano di arrampicarsi sulle grate dei negozi chiusi,sulle tubature, i basamenti dei monumenti per non annegare nell’acqua alta. Potrebbe essere questa l’immagine dell’eccezionalità dell’acqua alta che ieri ha investito Venezia, due volte nello stesso giorno, alle 14.40 e alle 24 circa, in un’altalena di marea che ha tenuto la città con il fiato sospeso tutto il giorno e la mente fissa sul ricordo indelebile del 4 novembre del ‘66. L’altra immagine indimenticabile della giornata è quella di vigili, polizia, carabinieri e in testa il sindaco Luigi Brugnaro che chiudono piazza San Marco così sommersa da diventare pericolosa per l’incolumità dei tanti turisti inconsapevoli, alcuni dei quali si sono perfino immersi con la muta da sub, oltre ai soliti tuffatori. Dopo due ore passate a controllare la situazione, con la marea quasi al massimo dei 156 centimetri delle 15, Luigi Brugnaro si è messo a evacuare San Marco.
Quella di ieri per Venezia è stata una giornata di paura, con il suono delle sirene lunghissimo, le previsioni del Centro maree sempre più alte, i provvedimenti delle istituzioni sempre più stringenti, dalle palestre chiuse, ai vaporetti fermati, alle attività bloccate: ha chiuso il Porto, ha chiuso il Casinò, la Corte d’appello ha anticipato la fine delle udienze perché tutti potessero tornare a casa.
Il vento caldo di scirocco ha alzato la temperatura a 24 gradi, il mare in burrasca non è stato in grado di ricevere l’acqua della laguna e il 77 per cento dei campi e delle calli della città si sono completamente allagati, anche i chiostri dell’ospedale Civile. In alcune zone la marea - maleodorante arrivava fino ai fianchi delle persone. Chi ha potuto non è nemmeno uscito di casa. Tanti però non sono riusciti a tornare dopo il lavoro. Come una coppia di Dorsoduro che ha chiamato i soccorsi nel primo pomeriggio perché non riusciva a raggiungere i figli minorenni, a casa da soli e spaventati.
Alle 14.40 il primo picco: 156 centimetri, proprio come dieci anni fa, in quel 1 dicembre 2008 quando, senza preavviso, il vento cambiò rotta e invase Venezia. Si tratta di uno dei livelli più alti nella storia della città dal 1872 ad oggi, il quarto insieme all’evento del 2008.
Il Centro maree, da sabato, non ha mai chiuso nemmeno per un minuto, i telefoni hanno continuato a squillare giorno e notte. L’acqua alta alla fine si è fermata a 156, ma i disagi si sono fatti sentire: Actv, la società dei vaporetti, ha dovuto interrompere le corse, prima in rio di Cannaregio, poi in Canal Grande e alla fine sono rimasti in servizio solo i collegamenti per le isole e raggiungerle è stata un’impresa anche per i piloti più esperti. Dopo le 16.30, la marea ha iniziato a scendere, fino a 121 centimetri, un miglioramento passeggero: un temporale inatteso alla bocca di porto ha ribaltato la situazione, la pioggia battente unita alle raffiche di vento, hanno riportato in nemmeno due ore, alle 19.50, l’acqua a 140 centimetri e alle 23 è risalita, a 150. «Meno male che è stata decisa la chiusura le scuole», ha commentato nel pomeriggio il comandante dei vigili Marco Agostini.
Negozi e bar chiusi, tanti non sono nemmeno usciti di casa. Non i turisti desiderosi di tornare a casa con il racconto di un’avventura, unica al mondo, da raccontare. Lungo Strada Nova, a Rialto, alle Mercerie e in piazza San Marco un lungo serpentone di mamme e papà con i bimbi (alcuni in passeggino), di comitive provenienti da ogni angolo del mondo, di giovani, adulti e anziani, con addosso stivali di fortuna ricavati da sacchi o semplici soprascarpe di plastica, che difficilmente avrebbero resistito più di qualche minuto, non accennava a fare dietro front e tornare in hotel o in appartamento. Increduli, i negozianti che cercavano di liberare il proprio locale dall’acqua con pompe, secchi e ogni mezzo a loro disposizione hanno provato a spiegare che quello che stava accadendo poteva essere pericoloso: niente da fare. In campo Santi Apostoli e nel vicino San Bartolomio
Il comandante dei vigili Meno male che è stata decisa la chiusura delle scuole Salvati Due bambini soccorsi in casa Famiglia salvata in Piazza Allagati i chiostri del Civile
alcuni hanno voluto pranzare nei tavolini all’aperto con l’acqua che lambiva le sedie. I più arditi si sono tuffati a San Marco. Ma quando la marea è salita sempre più in fretta polizia e carabinieri hanno dovuto soccorrere famiglie con bambini bloccati nell’acqua. Per le forze dell’ordine è stato un lavoraccio: alle 15.30, una barca ha tentato di navigare in piazza e i vigili l’hanno fermata, mentre in alcune calli non lontano da San Marco sono comparse canoe, tavole da sup... salvagenti.
In via Garibaldi, un uomo si è spogliato e si messo a nuotare, ma sono i turisti in muta da sub ad aver scandalizzato i veneziani sui social network: arrivati a San Marco si sono tuffati come fossero in piscina. Nel frattempo, vigili e protezione civile sgomberavano gli imbarcaderi: per raggiungerli bisognava arrampicarsi come su una parete delle Dolomiti. Al Lido, è stato chiuso il terminal di Santa Maria Elisabetta perché invaso dalla mareggiata e i mezzi deviati a San Nicolò. Alle 17 il servizio di Actv è parzialmente ripreso, per bloccarsi di nuovo alle 20 per colpa di temporale, vento, acqua alta e mare grosso. Un’ora prima erano risuonate le sirene ed era ricominciata la paura per la lunga notte con la previsione del bis a 150 centimetri.