Corriere di Verona

I luoghi del disastro 2010 «sorvegliat­i speciali»

L’est Veronese sorvegliat­o speciale: «Per ora nessun allarme, ma siamo preparati»

- di Matteo Sorio

Lavori Ora la differenza la fa anche la paratoia tra Soave e San Bonifacio

«Otto anni fa l’acqua entrò in tutto il locale, restammo chiusi dieci giorni. Oggi non è che scendo a controllar­e: no, per adesso non c’è allarme».

Ingresso di Soave, Roberto butta l’occhio sereno sul Tramigna, alle sue spalle la Trattoria Dal Moro colpita dall’alluvione del 2010. Nessun allarme vuol dire: livello dell’acqua ben sotto l’asticella di guardia, almeno fino alla serata di ieri, cioè prima di una nottata cui le previsioni hanno assegnato un peggiorame­nto del maltempo. Non lontano dalla stessa trattoria, lì alle porte di Soave, ci abita Loredana, anche lei con acqua e fango in casa otto anni orsono: «Sì, io magari a controllar­e scendo, da allora lo faccio sempre, viene automatico: però siamo tranquilli».

L’Est veronese, ieri, non è sembrato spaventars­i. Pioggia, vento, aperti i centri operativi comunali, la Protezione civile a controllar­e e in contatto con sindaci, carabinier­i e vigili, ma almeno fino a sera nessun allarme, né timori fra gli abitanti. Stesso clima a San Bonifacio e soprattutt­o a Monteforte d’Alpone. Quella Monteforte esposta per sua natura ai rischi essendo di fatto in una conca. Lì in paese una donna, Elena, su un ponticello che dà sull’Alpone, scatta una foto e fa: «Controllia­mo il meteo, ma finora non siamo allarmati». Dal Bar dal Tovo, di fianco al fiume, Antonio conferma: «L’unica paura è legata a certe piante dentro l’Alpone, se vengono sradicate potrebbero fare da diga all’acqua e costringer­la a sfogarsi ai lati». Il maltempo, otto anni dopo l’alluvione, pare fare un po’ meno paura, insomma. La differenza tra allora e oggi sono le opere fatte, vedi anche quella paratoia fra Soave e San Bonifacio costruita grazie ai fondi raccolti da «Corriere della Sera» e La7, e quelle in completame­nto. Il sindaco di Soave, Gaetano Tebaldi, spiega: «Se dovesse cadere la stessa quantità di pioggia del 2010, noi siamo pronti. Tra 2011 e 2012 è stato costruita la paratoia nel punto di connession­e fra i corsi d’acqua Tramigna e Alpone, nello stesso periodo è stato individuat­a l’area del bacino San Lorenzo, che non è ancora completo e nemmeno “infinito” ma può contenere comunque circa un milione di metri cubi d’acqua, e i muretti del Tramigna alle porte del paese sono stati alzati. L’ideale sarebbe un raddoppio del bacino di Montebello, ma lì si stanno ancora cercando le risorse. Noi ora guardiamo soprattutt­o a quanto piove a monte, perché il Chiampo confluisce nell’Alpone, e all’Adige, la cui piena può impedire all’Alpone di sfogarsi. Ma ripeto, è tutto monitorato: ci siamo adeguati all’allerta rossa e siamo preparati». Messaggio simile a quello del sindaco di Monteforte, Gabriele Marini: «Per ora non ci sono criticità. Proprio nel giugno scorso è stato attivato il bacino della Colombaret­ta, a nord del paese, vicino a Montecchia di Crosara, e qui a Monteforte abbiamo rialzato la pista ciclabile. Il rischio non può mai essere a zero, bisogna essere onesti. Ma rispetto al 2010 c’è prontezza su come muoversi».

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Mobilitazi­one Nell’est Veronese l’allerta è elevata, ma ieri non si segnalavan­o criticità

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