Palpeggiò una giovane Arrestato
La ragazza fu molestata alla sagra di Cologna Veneta. Il nordafricano ora è in cella
I carabinieri erano arrivati alla sua identità nel giro di pochi giorni. E anche la vittima di quelle molestie, una studentessa di 18 anni, lo aveva riconosciuto. Dopo due mesi il marocchino è in cella.
I carabinieri erano arrivati VERONA alla sua identità nel giro di pochi giorni. E anche la vittima di quella violenza sessuale, una giovane studentessa veronese di 18 anni, lo aveva riconosciuto senza alcuna esitazione dalle foto segnaletiche che i militari le avevano mostrato. Ma lui, J.S., marocchino senza fissa dimora di 23 anni, era riuscito a darsi alla macchia ed evitare l’arresto.
Casolari abbandonati e strutture fatiscenti della campagna più a est della provincia e della bassa veronese erano diventati i suoi nascondigli. E gli uomini della stazione di Cologna Veneta, avevano setacciato per giorni e giorni quei ruderi nella speranza di riuscire a rintracciarlo. Nel frattempo, raccolti indizi inequivocabili, anche il gip Livia Magri si era convinto a spiccare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del nordafricano. E venerdì mattina, quando è stato scoperto a Cologna, sono scattate le manette con le accuse di violenza sessuale e rapina.
Era stato lui, nella notte tra il 12 e il 13 agosto scorso ad aggredire una studentessa che prestava servizio come volontaria alla sagra patronale di San Rocco a Cologna Veneta. Verso l’1.30 la giovane era uscita dagli stand per riuscire a effettuare una telefonata ed era stata sorpresa dallo sconosciuto che l’aveva strattonata per un braccio, portandola fino al capitello dedicato al Santo. Lì, dopo averla bloccata, aveva iniziato a palpeggiarla, nonostante i disperati tentativi di lei di divincolarsi. Terrorizzata, aveva trovato la forza di scansare quell’’orco che, nel frattempo, era già riuscito a slacciarle i pantaloni, animato dalle peggiori intenzioni. Vista la malparata, il ragazzo aveva tentato la fuga.
Ma prima di scappare, era riuscito comunque a rubarle i cinque euro in contanti che teneva in tasca (da qui l’accusa anche di rapina). Lei, sotto choc, era rientrata negli stand e aveva chiesto aiuto al padre e al fidanzato. Poi, si era presentata in caserma a denunciare quanto le era accaduto, fornendo una descrizione precisa del suo aguzzino: i capelli impomatati con il gel, la felpa con le maniche a tre quarti e la bicicletta da donna nera utilizzata per dileguarsi. Le indagini erano scattate nell’immediato per cercare di risolvere nel più breve tempo possibile un episodio che aveva destato particolare preoccupazione in zona.
Si trattava infatti della terza aggressione, a scopo sessuale, registrata dall’inizio della primavera nel Colognese. Tre episodi che hanno impegnato gli uomini del luogotenente Fabrizio Di Donato, riusciti ad assicurare alla giustizia tutti e tre i responsabili: si tratta di tre soggetti di origine nordafricana che gravitavano da tempo in zona, senza una dimora fissa. Nomi conosciuti a causa dei loro precedenti per reati contro il patrimonio: ora devono rispondere anche di violenza sessuale.