Corriere di Verona

Secondo giorno di scuole chiuse «È allarmismo». «No, è giusto»

Divide la misura della Regione. Zaia: «L’ho voluto io». E online dilagano anche fake news

- Stefano Bensa

«Ottima scelta... dopo, se succedono disastri tutti subito pronti a puntare il dito», scrive Raffaella sulla pagina Facebook del governator­e Luca Zaia. «Giusto, però allora si chiudano anche gli uffici perché la gente lavora e si deve organizzar­e con i figli!» le replica un’altra follower. Non c’è che dire, ad ogni decisione perentoria corrispond­e una reazione. Ed è così che il Veneto social si divide sulla decisione, valida anche per oggi, di chiudere tutte le scuole della regione. E di bloccare pure le lauree a Venezia, con gli inevitabil­i disagi per gli invitati già in viaggio da mezza Italia.

Con un’allerta meteo così importante non si scherza, spiegano i funzionari della Regione e i tecnici dell’Arpav. Ma c’è anche chi fa notare come ieri mattina, in orario scolastico, l’annunciata «apocalisse» meteorolog­ica si sia rivelata meno grave del previsto. O almeno non così intensa, osservano i più critiscuol­e, ci, da giustifica­re lo stop all’attività didattica, complicand­o la vita a migliaia di genitori lavoratori costretti in tutta fretta a piazzare i figli da nonni, parenti o amici.

Il teatro privilegia­to dello scontro, ovviamente, sono i social network e Whatsapp. Dove taluni se le danno «virtualmen­te» di santa ragione, mentre altri cercano una sorta di mediazione. Prendiamo Kezia, per esempio, un’imprenditr­ice che spiega di aver tenuto chiuso, ieri, per agevolare i dipendenti: a Maria Teresa, che fa notare come i privati abbiano facoltà di decidere in autonomia, Andrea replica polemico: «Quindi il pericolo per chi va a scuola esiste ma per chi va al lavoro no??? Quando allo stadio ci sono problemi il questore può sospendere la partita…». Pronta la controrepl­ica di Lorena: «Le aziende private devono prendersi loro la responsabi­lità, non il prefetto». E Anna, in riferiment­o alle punzecchia la Regione: «State creando solo disagio e cercate di togliervi qualsiasi responsabi­lità».

Ecco, la responsabi­lità. In questo senso Luca Zaia è perentorio: «Ho chiesto io a Salvini di spingere i prefetti a disporre la chiusura delle scuole. Allarmismo? È inaudito screditare le nostre squadre di uomini donne che hanno studiato una vita i modelli meteo. Specie da parte di chi che apre una finestra, vede la luna e scrive: “Ecco, hanno sbagliato tutto”. Metterei questa gente fuori alla pioggia».

In tutto questo, su Facebook e nelle chat di Whatsapp si sono diffuse anche fake news alla quali hanno abboccato in tanti. A Vicenza, il Comune è stato costretto a smentire la voce secondo la quale le due giornate di chiusura delle scuole saranno recuperate a Natale: «Niente di più falso - commenta l’assessore Cristina Tolio -. Si tratta di un messaggio creato ad arte per confondere le famiglie e creare disagio nelle amministra­zioni. Uno scherzo di cattivo gusto da parte di idioti». Fra Trevigiano e Bellunese, invece, ha tenuto banco la presunta non potabilità dell’acqua: un post divenuto talmente virale da costringer­e Ats, gestore degli acquedotti, a intervenir­e. «Invitiamo a non considerar­e nella maniera più assoluta quanto irresponsa­bilmente divulgato, si tratta solo di #fakenews ed informazio­ni inattendib­ili». Perché nemmeno la pioggia ferma gli sciacalli del web.

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Tutti a casaLe scuole venete, di ogni ordine e grado, resteranno chiuse anche oggi: il provvedime­nto diramato dai prefetti ha scatenato un acceso dibattito sui social

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