Secondo giorno di scuole chiuse «È allarmismo». «No, è giusto»
Divide la misura della Regione. Zaia: «L’ho voluto io». E online dilagano anche fake news
«Ottima scelta... dopo, se succedono disastri tutti subito pronti a puntare il dito», scrive Raffaella sulla pagina Facebook del governatore Luca Zaia. «Giusto, però allora si chiudano anche gli uffici perché la gente lavora e si deve organizzare con i figli!» le replica un’altra follower. Non c’è che dire, ad ogni decisione perentoria corrisponde una reazione. Ed è così che il Veneto social si divide sulla decisione, valida anche per oggi, di chiudere tutte le scuole della regione. E di bloccare pure le lauree a Venezia, con gli inevitabili disagi per gli invitati già in viaggio da mezza Italia.
Con un’allerta meteo così importante non si scherza, spiegano i funzionari della Regione e i tecnici dell’Arpav. Ma c’è anche chi fa notare come ieri mattina, in orario scolastico, l’annunciata «apocalisse» meteorologica si sia rivelata meno grave del previsto. O almeno non così intensa, osservano i più critiscuole, ci, da giustificare lo stop all’attività didattica, complicando la vita a migliaia di genitori lavoratori costretti in tutta fretta a piazzare i figli da nonni, parenti o amici.
Il teatro privilegiato dello scontro, ovviamente, sono i social network e Whatsapp. Dove taluni se le danno «virtualmente» di santa ragione, mentre altri cercano una sorta di mediazione. Prendiamo Kezia, per esempio, un’imprenditrice che spiega di aver tenuto chiuso, ieri, per agevolare i dipendenti: a Maria Teresa, che fa notare come i privati abbiano facoltà di decidere in autonomia, Andrea replica polemico: «Quindi il pericolo per chi va a scuola esiste ma per chi va al lavoro no??? Quando allo stadio ci sono problemi il questore può sospendere la partita…». Pronta la controreplica di Lorena: «Le aziende private devono prendersi loro la responsabilità, non il prefetto». E Anna, in riferimento alle punzecchia la Regione: «State creando solo disagio e cercate di togliervi qualsiasi responsabilità».
Ecco, la responsabilità. In questo senso Luca Zaia è perentorio: «Ho chiesto io a Salvini di spingere i prefetti a disporre la chiusura delle scuole. Allarmismo? È inaudito screditare le nostre squadre di uomini donne che hanno studiato una vita i modelli meteo. Specie da parte di chi che apre una finestra, vede la luna e scrive: “Ecco, hanno sbagliato tutto”. Metterei questa gente fuori alla pioggia».
In tutto questo, su Facebook e nelle chat di Whatsapp si sono diffuse anche fake news alla quali hanno abboccato in tanti. A Vicenza, il Comune è stato costretto a smentire la voce secondo la quale le due giornate di chiusura delle scuole saranno recuperate a Natale: «Niente di più falso - commenta l’assessore Cristina Tolio -. Si tratta di un messaggio creato ad arte per confondere le famiglie e creare disagio nelle amministrazioni. Uno scherzo di cattivo gusto da parte di idioti». Fra Trevigiano e Bellunese, invece, ha tenuto banco la presunta non potabilità dell’acqua: un post divenuto talmente virale da costringere Ats, gestore degli acquedotti, a intervenire. «Invitiamo a non considerare nella maniera più assoluta quanto irresponsabilmente divulgato, si tratta solo di #fakenews ed informazioni inattendibili». Perché nemmeno la pioggia ferma gli sciacalli del web.