Corriere di Verona

‘Ndrangheta, 3 condanne: 15 anni ai «veronesi»

Maxi- inchiesta «Grande Aracri»: i verdetti della Cassazione. Nuovo appello per Frontera

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Grande Aracri nel Veronese: VERONA tre condanne confermate e un colpo di scena. Ma dalla Cassazione, soprattutt­o, è appena stato ribadito in via definitiva che una cosca della ‘Ndrangheta aveva messo radici anche in area gardesana. La sentenza appena emessa dagli Ermellini non lascia spazio a repliche.

Il primo troncone dell’operazione Aemilia, quello degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, è arrivato a giudizio definitivo e la Suprema Corte ha «sigillato» le 40 condanne, tra cui quelle del boss Nicolino Grande Aracri, di Nicolino Sarcone e Alfonso Diletto, entrambi ai vertici della cosca calabrese. Per quanto riguarda il Veronese,dalla Cassazione è giunta la conferma delle condanne inferte con il rito abbreviato nell’aprile 2016 in primo grado e ribadite poi al giudizio d’appello a Bologna. In terra scaligera, i condannati sono imprendito­ri edili ben inseriti nel contesto dei subappalti: Salvatore Cappa detto «Turuzzu», 48 anni, nativo di Cutro ma residente ad Arcole, 9 anni e 4 mesi; Francesco Gullà, nato a Isola Capo Rizzuto nel ‘76 e residente sempre nello stesso Comune, a lui il giudice ha dato 4 anni; Raffaele Oppido, cutrese 59enne di Roverchiar­a, destinatar­io di una condanna a due anni e 8 mesi. Nel caso di quest’ultimo, in secondo grado c’era stato un leggero aggravamen­to di pena visto che gli sono stati inflitti due mesi in più. Erano tutti imputati per associazio­ne a delinquere di stampo mafioso e altri reati connessi. Ma in appello era stata anche confermata la condanna a 8 anni e 10 mesi per Giuseppe Frontera, 43 anni residente a Orgiano, nel Vicentino, ma legato a doppio filo con Verona: per lui la Cassazione ha disposto un nuovo processo d’appello, ma solo per un capo d’imputazion­e.

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