«Copenhagen» apre la stagione del Grande Teatro
Il dramma di Michael Frayn apre il cartellone del Nuovo. Un thriller scientifico-politico sullo sfondo del nazismo con Orsini, Lojodice e Popolizio
Inizia il 6 novembre la 33esima rassegna «Il Grande Teatro», organizzata al Teatro Nuovo dal comune e dal Teatro Stabile di Verona, con la messinscena di uno degli spettacoli più premiati degli ultimi decenni, Copenaghen di Michael Frayn per la regia di Mauro Avogadro. Un thriller scientifico-politico a tre voci che s’interroga sull’incontro avvenuto nel 1941 tra il fisico danese Niels Bohr (interpretato da Umberto Orsini) e sua moglie Margrethe (Giuliana Lojodice), raggiunti inaspettatamente del fisico tedesco Werner Karl Heisenberg (Massimo Popolizio) in una Copenaghen controllata dai nazisti. Perché Heisenberg, padre del principio dell’indeterminazione, Premio Nobel nel 1932, a capo del programma nucleare militare tedesco, si recò dal suo maestro Bohr, autore di studi sulla meccanica quantistica e Premio Nobel nel 1922, per metà ebreo, proprio alla vigilia del primo uso della bomba atomica? Non è dato saperlo. L’autore brancola nel buio (proprio come lo spettatore), ma non in modo inerme, bensì indagando sulle possibili chiavi di lettura. Viene quindi a tradursi metaforicamente, come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quel principio di indeterminazione e di complementarietà, pronunciati molte volte nella pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività di Einstein. Non è possibile né una sola verità né una sintesi efficace delle diverse verità perché una verità è semplicemente un unico punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. «Penso che sarebbe stato un errore imperdonabile dar vita a una compagnia teatrale che porti il mio nome senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come Copenaghen – racconta
Umberto Orsini -. Riproporre la pièce di Frayn, che insieme a Giuliana Lojodice e Massimo Popolizio ci aveva visti interpreti per la prima volta 18 anni fa, mi è sembrata una scelta obbligata. Recensito dalla critica in maniera entusiastica, amato dal pubblico, visto come un evento dai teatri delle maggiori città, sorprendente per la costante attualità del tema trattato, che si vorrebbe più di così?».
Se la Compagnia Umberto Orsini lascerà il palco scaligero l’11 novembre dopo ben 6 rappresentazioni, dal 20 al 25 novembre toccherà ad Amanda Sandrelli recitare nel classico goldoniano La locandiera, per poi passare la scena a Franco Branciaroli ne I Miserabili dal 4 al 9 dicembre, ad Ambra Angiolini e Matteo Cremon, impegnati con La
Guerra dei Roses dal 15 al 20 gennaio, a Pierfrancesco Favino in La notte poco prima delle foreste dal 29 gennaio al 3 febbraio, ad Alessio Boni in Don Chisciotte dal 12 al 17 febbraio, ad Eros Pagni e Gaia Aprea in Salomé dal 26 febbraio al 3 marzo e in ultimo, solo per ordine e non per importanza, a Giuseppe Battiston impegnato in Churchill dal 12 al 17 marzo. Con 48 spettacoli in cartellone, la stagione 2018/2019 ha già attirato più pubblico rispetto all’anno scorso, con circa 2270 abbonati, contro i 2145 della stagione precedente. www.ilgrandeteatro.comune.verona.it.