I pm: «Abusi in Argentina, a processo la suora del Provolo»
Violenze sui sordomuti, sei episodi contestati alla «monaca cattiva». Negata la libertà
Nuova tappa in Argentina nella scottante inchiesta sui presunti «anni di abusi sessuali» commessi all’istituto Provolo di Lujan de Cuyo (succursale sudamericana della casa madre di Verona) ai danni dei ragazzi sordomuti. Violenze e soprusi che, stando all’accusa, sarebbero stati perpetrati nella sede argentina del Provolo tra il 2004 e il 2012 per mano sia di religiosi che di operatori laici. Una storia scabrosa che vede Verona legata a doppio filo con il Sudamerica anche perché, tra i principali imputati a rischio di pesante condanna, c’è anche un sacerdote veronese, don Nicola Corradi, tuttora ai domiciliari in attesa del processo: era già stato sospettato di molestie nella sede di Verona del Provolo, vicenda per cui i sordomuti hanno più volte chiesto giustizia alla Chiesa. Tornando ai fatti in Argentina, i soggetti implicati sono molteplici: la novità delle ultime ore riguarda una suora, la monaca giapponese Kosaka Kumiko, finita in manette a maggio 2017, alcuni mesi dopo don Corradi. Per lei, il procuratore di Mendoza Gustavo Stroppiana ha appena chiuso l’inchiesta contestandole 6 episodi in cui avrebbe rivolto «attenzioni sessuali inappropriate ai bambini non udenti che aveva in custodia». Tecnicamente, il pm argentino la considera responsabile dei reati di abuso sessuale e corruzione di minori. A carico della religiosa, secondo la magistratura d’oltreoceano, sussisterebbe anche il rischio di fuga in quanto potrebbe tornare in Giappone dove ha mantenuto rapporti solidi: ragion per cui, in attesa del giudizio, le è stata negata la libertà. Kumiko, 42 anni, definita secondo i media locali da alcuni degli ex studenti la «suora cattiva» dell’istituto Provolo, dopo l’arresto aveva dichiarato di «non sapere niente degli abusi» mentre il legale delle vittime, Sergio Salinas, ha sottolineato che la religiosa «non ha in realtà detto niente che possa esimerla dalle sue responsabilità».