Stepinski, l’arma offensiva per il Chievo
Il Chievo è aggrappato a Stepinski. Il Sassuolo pende su Boateng. I pungiglioni sono loro. Ancorati però a due corpi tattici opposti, uno ancora gattonante (Chievo), l’altro rodato eccome (Sassuolo). Chi fa più gol nello spento attacco gialloblù? Stepinski, tre. Chi in quello — ben più vivace e strutturato — neroverde? Boateng, quattro. Entrambi sono tornati a esultare cinque giorni fa. Stepinski è l’unico vero centravanti nel parco di Ventura (Djordjevic sempre out) e Boateng la password con cui De Zerbi vuol ritrovare cinismo per violare dopodomani il Bentegodi. Occhio a quei due, allora. Al polacco del Chievo, 23 anni, costretto troppo presto a essere adulto dopo una stagione al riparo di Inglese. E al 31enne del Sassuolo, ex Milan, Schalke 04, Eintracht Francoforte, uno mille volte più smaliziato. Guardare a Stepinski e Boateng aiuta a vedere meglio, del resto, tutta la differenza che separa oggi quelli di Ventura, a -1, da quelli di De Zerbi, a quota 15. Catapultato in prima linea nella stagione clivense più storta di sempre, Stepinski sta segnando poco come da trend generale, un po’ per difetti di mira (14 tiri, 5 nello specchio) e un po’ per carestia di palloni giocabili. Riflesso, questo, di una squadra che un gioco ancora non ce l’ha e a Cagliari, domenica scorsa, l’ha fatto intravedere giusto nel finale, trovando il coraggio di stare più alta e mettere dentro qualche cross per il numero 9 (vedi non per niente il gol della bandiera). Invece Boateng, nel 4-3-3 di De Zerbi, è la boa centrale, più preciso di Stepinski (17 tiri di cui 7 nello specchio) e meglio assistito dai Berardi e Di Francesco di turno. Del resto, Boateng viaggia dentro una macchina oliata e di maggior qualità, 17 reti contro le 8 del Chievo, trama rapida e proiettata in avanti. Due mondi diversi. Due mondi che a quei due, domenica, chiedono di pungere. Per rimanere in vita, il Chievo. Per tornare alla versione più concreta di sé, il Sassuolo.