Chi minimizza, chi vuole già i danni Ma tra i sindaci prevale la cautela: «Attendiamo i risultati delle analisi»
Il Garda ha subito danni con il maltempo della settimana scorsa e soprattutto con l’ondata di piena dell’Adige scaricata attraverso la galleria Mori-Torbole? Gli amministratori lacustri chiederanno aiuti all’Europa, attraverso le Regioni? Per il sindaco di Garda, deputato, neo coordinatore regionale di Forza Italia e albergatore Davide Bendinelli, «sul lago non è successo nulla di grave, tutto si risolve in pochi giorni, i giornali hanno solo arrecato grave danno d’immagine al turismo». Ma c’è chi si è già buttato avanti, come Peschiera, che ha già spedito una lettera agli assessori regionali di Lombardia e Veneto, al presidente della Provincia autonoma di Trento e al direttore dell’Autorità di bacino per il fiume Po, per chiedere una «compensazione» per il lago, istituendo uno studio scientifico sulla causa-effetto dell’immissione delle acque dell’Adige nel Garda.
Tutti i sindaci partono dal presupposto che è stato un sacrificio necessario per salvare Trentino e Veronese dalla possibile esondazione. L’immissione di una quantità enorme di fango nel Garda, però, ha addirittura cambiato colore alle acque su tutta la superficie settentrionale, dall’azzurro naturale passate a verde smeraldo. Per capire quali immissioni possono essere finite nel lago, la tesi di praticamente tutti i sindaci è quella che bisognerà attendere le analisi delle Arpa regionali (in corso quelle del Veneto e del Trentino), prima di poter stabilire cosa sia successo al lago dal punto di vista dell’inquinamento chimico e organico. Luca Sebastiano, primo cittadino di Lazise dice: «Va fatta una campagna di monitoraggio e come sindaci vigileremo sulle garanzie di queste manovre idrauliche». «Il lago non si può negare abbia subito uno choc, ma non credo ci siano le emergenze per chiedere danni economici», aggiunge il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti. Dall’alto lago, i primi cittadini di Riva e Torbole non sottovalutano gli effetti sui loro territori. «Tutte le Regioni e la Provincia autonoma di Trento hanno chiesto di decretare lo stato di emergenza – spiega il primo cittadino di Riva Adalberto Mosaner – il problema è che il lago ha ricevuto il quadruplo dell’acqua dal Sarca di quanto è uscito dal tunnel e ancora oggi i fiumi sono in piena. Le valutazioni dei danni verranno fatte dalle agenzie ambientali».