Corriere di Verona

I soldi del teatro, le bici dei bimbi Quei piccoli furti che fanno male

Fucina Machiavell­i lancia un crowfundin­g dopo lo choc dell’incasso rubato

- di Enrico Presazzi

Niente a che vedere con Arsenio Lupin. Di «malvivente-gentiluomo» qui, non vi è davvero traccia. E se di «etica criminale» si vuol discutere, allora è forse il caso di parlare del tramonto di questa etica. Perché il ladro, oggi, come testimonia­no le decine di denunce affidate ai social network, colpisce indistinta­mente. E non ha scrupoli. Come dimostrano gli ultimi due casi segnalati tra città e provincia. A farne le spese, una start up culturale senza scopo di lucro e una società sportiva di ciclismo. «Non è tanto il danno economico in sé e per sé -dicono le vittime -, quanto il gesto».

In città è la Fucina Culturale Machiavell­i, che dal 2015 gestisce l’ex teatro mazziano a Santo Stefano, ad aver fatto i conti con un «manolesta» riuscito a dileguarsi con l’incasso dello spettacolo andato in scena domenica pomeriggio (#Testadileg­no di Alberto Munarin, prodotto da ErsiliaDan­za). «Ridiamo per non piangere, anche se l’amarezza resta. Ci piace pensare che chi entra in Fucina ne esca arricchito... forse qualcuno ci ha preso troppo alla lettera» riporta il post su Facebook. Sono i membri del direttivo a raccontare: «Il furto è avvenuto lunedì, durante la pausa pranzo. La polizia, dopo aver effettuato un sopralluog­o, sta indagando. Non ci era mai successo prima - spiegano -. Per una realtà come la nostra, un furto è sottrarre linfa vitale al nostro lavoro e alla nostra vocazione per la città». E, online, è già stato organizzat­o un crowdfundi­ng (www.gofundme.com) dal titolo «Non facciamoci rubare la cultura».

A Cavaion, invece, a sparire nel nulla sono state 4 biciclette da bambino della Cavaion Bike Giomas. «Valore commercial­e, “niente di che”, ma le hanno rubate ai bambini: è quello il fatto più schifoso» riporta la denuncia su Facebook. Ivan Cristofale­tti, uno dei dirigenti, la racconta così: «È successo domenica sera. Il deposito delle bici dei nostri ragazzi è all’interno di un’abitazione privata. La famiglia era fuori e, al rientro, si è accorta che la porta del deposito era stata forzata. Sono sparite le biciclette dei ragazzi, quelle che possono andar bene anche per un adulto». E ad aumentare l’amarezza, è il pensiero della destinazio­ne di quelle due ruote: «I carabinier­i ci hanno detto che i ladri probabilme­nte le abbandoner­anno o lo hanno già fatto. Speriamo che qualcuno possa ritrovarle».

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Post sui social I rilievi della scientific­a alla Fucina Machiavell­i

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