Quattrocento gatti danno spettacolo in Gran Guardia
La razza si chiama Maine Coon perché è originaria dell’omonimo Stato americano, mentre il termine «coon» rimanda all’inglese «raccoon», procione. L’aspetto, però, è proprio quello di una lince perché questo particolarissimo gatto dalle dimensioni enormi - può raggiungere i 15 chili - possiede ancora le caratteristiche ereditarie che hanno permesso ai suoi antenati di sopravvivere alle temperature glaciali del Nord America: occhi a fessura per ampliare il campo visivo e orecchie allungate per intercettare la direzione dei venti durante la caccia e zampe a pelo folto per camminare tra i ghiacci. Questo predatore in miniatura è solo uno dei tanti insoliti esemplari che si potranno ammirare anche oggi, dalle 9.30 alle 19 alla Gran Guardia, per la giornata conclusiva della rassegna «I gatti più belli del mondo». Da tutta Europa sono arrivati oltre quattrocento felini tra cui il Bengala, specie che deriva da un incrocio tra gatto comune e gatto indonesiano selvatico, e si caratterizza per la pelliccia simile a quella di un ghepardo. C’è poi lo Scottish a due razze: Fold, a orecchie piegate, o straight, a orecchie dritte. Il più raro è proprio il fold, molto richiesto perché l’orecchio piegato dovuto a una mutazione genetica conferisce all’animale un’espressione particolarmente dolce, adorata dai bambini. Tra gli stand, anche il cosiddetto gatto-alieno: il Canadian Sphynx, completamente glabro, anche in questo caso per un’anomalia genetica. La mancanza di pelo non lo rende meno prezioso, al contrario: un esemplare da riproduzione è tra i più costosi al mondo e può arrivare anche a un valore di 4mila euro. Tra una curiosità e l’altra, non mancheranno le competizioni: a decretare il micio più bello in due categorie, una riservata a gatti con pedigree e l’altra a semplici gatti domestici, sarà una giuria internazionale di esperti.