Sert, il pm chiede il processo bis per Serpelloni e i colleghi medici
A maggio in 5 davanti al giudice per truffa ai danni dello Stato
Altri guai per i vertici VERONA del Sert: è stata infatti fissata per maggio 2019 l’udienza preliminare che, davanti al giudice Giuliana Franciosi, vedrà il direttore del Dipartimento per la lotta alle dipendenze dell’Usl 9 Giovanni Serpelloni e i medici Oliviero Bosco e Maurizio Gomma chiamati a rispondere di 4 reati.
Con loro, anche altre due persone rischiano il processo dopo la richiesta di rinvio a giudizio scattata su iniziativa del pm Paolo Sachar per i reati di truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato, peculato e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale. Al centro dell’inchiesta, i finanziamenti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della politica antidroga e destinati,tra il 2012 e il 2014, alla realizzazione di 5 progetti. Secondo le contestazioni ipotizzate dalla procura, però, sarebbero state violate le norme di cui ai decreti legislativi 163/2006 e In tribunale Da sinistra il pm Sachar, il direttore Serpelloni e l’avvocato Avanzi 165/2001: Serpelloni, Bosco e Gomma, insieme alle due coimputate Claudia Rimondo (collaboratrice assunta come co.co.co. al Sert) e Patrizia Allegra, avrebbero costituito il 17 maggio 2010 «Eihp» (European Institute for Health Promotion), un’associazione (presieduta da Allegra) «non riconosciuta e - nell’ipotesi del pm - priva di operatività». Stando all’accusa da cui si dovranno difendere a maggio 2019 i 5 imputati, sarebbe stato così «indotto in errore il Dipartimento politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e conseguentemente l’(allora) Usl 20 e il Comune di Verona circa la reale capacità operativa di Eihp, in realtà associazione di natura privata fittizia costituita «al fine di risolvere il problema delle sempre più presenti lentezze burocratiche così da ottenere erogazioni» da Roma. Cinque i progetti finiti sotto la lente: in totale, gli accusati si sarebbero «procurati l’ingiusto profitto costituito dalla indebita percezione di euro 487mila 489 più 45mila 672, con danno per gli enti pubblici, danno costituto per l’Usl 20 anche dall’utilizzo di risorse, spazi, locali, computer, postazioni» del Sert. Ma il quadro accusatorio non finisce qui e si estende ai reati di falso e peculato: tutto ciò, mentre il processo sui presunti bandi violati e la tentata concussione deve ancora entrare nel vivo.