Corriere di Verona

Lo sfregio in due chiese dopo l’elemosina negata

Allarme in centro. Il vandalo puntava alle elemosine: arrestato dai carabinier­i

- Presazzi

Raid vandalico in due chiese del VERONA centro per l’elemosina negata. I carabinier­i hanno rintraccia­to l’autore sui Bastioni e arrestato con le accuse di danneggiam­ento e tentato furto.

Lumini sparsi «L’altare poteva anche prendere fuoco» Fuori controllo I fedeli hanno assistito attoniti al raptus

Una «furia» fuori controllo. VERONA Di fronte al giudice avrà sicurament­e modo di spiegare i motivi del suo comportame­nto, ma per ora a parlare sono i filmati delle telecamere di sorveglian­za delle due chiese che ieri mattina ha preso di mira nel giro di pochi minuti.

Un raid vandalico risolto in breve tempo dai carabinier­i che lo hanno rintraccia­to sui Bastioni e arrestato con le accuse di danneggiam­ento e tentato furto: si tratterebb­e di un senza fissa dimora italiano.Tutto è iniziato verso le 10.15 nella chiesa di Santa Maria della Scala dei padri Servi di Maria, a pochi metri da piazza Nogara. All’interno, uno dei sacerdoti stava celebrando la funzione mattutina. All’improvviso dei tonfi sordi provenient­i dal corridoio a lato: era lo sconosciut­o che, «armato» di un sanpietrin­o raccolto in strada, si accaniva su tre bassorilie­vi di epoca medievale (un monumento a Giovanni Arcolano e due stemmi lapidei della famiglia De Grandis). Giubbotto scuro, berretto di lana in testa. Nel giro di pochi istanti è entrato in chiesa e si è diretto di fronte all’altarino dedicato a Sant’Antonio. Poi, come testimonia­to dai filmati, ha preso due lumini e li ha scagliati contro la statua, imbrattand­o con la cera il vetro messo a protezione. Davanti ai fedeli attoniti, si è diretto verso l’altare dedicato alla Vergine e ha ripetuto il gesto insensato, lanciando altri lumini accesi. E, a quel punto, se l’è data a gambe, senza dire nulla. «Ha rischiato di incendiare le tovaglie di pizzo - commentava ancora incredulo il priore, padre Roberto Pieropan -. Era già stato qui nei giorni scorsi, insistendo nel chiedere l’elemosina. Ma noi ormai da mesi abbiamo deciso di non dare più soldi ai singoli proprio per evitare problemi. Ogni mese, devolviamo le offerte con un bonifico alla Caritas per aiutare chi ha bisogno».

Dieci minuti più tardi, l’allarme è scattato nella chiesa dei padri stimmatini, a due passi da piazza Cittadella. «Ero nel mio ufficio e ho sentito un rumore strano, simile a vetri infranti - ha ricordato il priore, padre Silvio Tomasi -. In chiesa non c’era nessuno: a lato dell’altare la statua di Santa Elisabetta d’Ungheria in frantumi e tutti i lumini accesi di fronte alla tomba del nostro fondatore San Gaspare Bertoni, erano stati spenti». Anche in questo caso, i filmati si sono rivelati decisivi. Le immagini hanno ripreso lo stesso uomo immortalat­o in via Della Scala mentre tentava di forzare la cassetta delle offerte e poi, come stizzito, spegneva le candele prima di afferrare la statua in gesso e gettarla a terra. «Abbiamo già trovato chi riparerà la statua - ha concluso padre Tomasi -. Diventerà ancor più bella di prima».

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