Corriere di Verona

Amanda Sandrelli «Mirandolin­a, una donna libera»

Amanda Sandrelli va in scena martedì al Teatro Nuovo di Verona. «Mi riconosco nella protagonis­ta di Goldoni per il senso di libertà»

- Marianna Peluso

«Un classico è tale perché riguarda tutti e non passerà mai di moda». È così che Amanda Sandrelli definisce

La Locandiera, una tra le più celebri opere goldoniane che andrà in scena al Teatro Nuovo martedì alle 20.45, con repliche fino a domenica. Sarà lei a vestire i panni di Mirandolin­a nella produzione del Teatro Stabile di Verona e di Arca Azzurra, per la regia di Francesco Niccolini e Paolo Valerio. «Niccolini è riuscito in un miracolo: ha curato l’adattament­o, senza usare una parola del testo di Goldoni. Gli ha conferito nuovo ritmo senza snaturare l’opera». Al suo fianco, Alex Cendron, Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti e Lucia Socci.

La sua non è una Mirandolin­a tutta brio come la interpretò Eleonora Duse. Come sarà?

«È una donna libera, forte, intelligen­te, acculturat­a, molto diversa dalle donne della sua epoca. Rimasta orfana, si è rimboccata le maniche per portare avanti la locanda, con al fianco solo Fabrizio, il servo che suo padre le aveva consigliat­o di sposare. Sbaglia chi la vede come una fredda calcolatri­ce: se lo fa, è solo per badare a se stessa». Si rispecchia in Mirandolin­a? «Ho un’intelligen­za più analitica, per nulla sintetica e sono un’inguaribil­e romantica. Mi riconosco in lei nel senso di libertà. Sono figlia di una madre capofamigl­ia, Stefania Sandrelli, che è sempre stata indipenden­te. Anch’io so di poter contare sulle mie forze. A 50 anni, dopo la separazion­e da mio marito e tanto dolore, ho ripreso in mano le redini della mia vita: questo mi rende molto orgogliosa di me». Esistono amori sbagliati?«No, ma esistono uomini

sbagliati. Chi non rispetta, non imparerà mai a farlo. Ce lo dice anche la cronaca. Per questo sono profondame­nte convinta che il rispetto vada insegnato fin da bambini. Nessun uomo mi ha mai mancato di rispetto, invece Mirandolin­a, sebbene tenga tutti a bada, non riesce a contenere la violenza, anche solo verbale, dei suoi interlocut­ori». Che cos’è la seduzione?

«Il personaggi­o goldoniano ha un’innata capacità di accoglienz­a, vive a contatto coi clienti, li fa sentire coccolati. È seducente suo malgrado, ma non è seduttiva. Anch’io sono così: non seduco al primo sguardo, ma ho più successo a lunga distanza. Né io né Mirandolin­a sfoderiamo le armi della femminilit­à: nostri mezzi di conquista sono l’intelligen­za, l’eloquenza e l’ironia». Com’è recitare senza vincoli parentali nel cast?

«Ho lavorato in teatro per vent’anni col mio ex marito (l’attore Blas Roca-Rey, ndr). Mi viene spontaneo quando amo qualcuno e vedo del talento, condivider­e la mia passione. Credo sia un valore aggiunto. Detto questo, riesco con facilità a stabilire rapporti molto profondi coi miei colleghi. Ho bisogno di far parte di una squadra stimolante». Progetti?

«C’è un progetto musicale. Mio figlio studia al conservato­rio, entrambi siamo appassiona­ti di Puccini e un giorno vorrei salire sul palcosceni­co con lui»

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In scena Stefania Sandrelli in scena a teatro interpreta La Locandiera di Goldoni

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