Corriere di Verona

L’autore del raid nelle due chiese «Ho colpito per vendicarmi»

Arresto convalidat­o, il vandalo in carcere

- Enrico Presazzi

Il giudice ha disposto che Rosario Piccardi, l’autore del blitz vandalico in due chiese, rimanga il carcere. Il quarantaci­nquenne ha spiegato che ha agito per vendetta. «Ero un po’ ubriaco», ha aggiunto per giustifica­rsi.

«Il suo modo di agire di fronte alle difficoltà della vita è indicativo di soggetto che ricorre a qualsiasi mezzo, anche violento, pur di soddisfare i suoi bisogni, anche momentanei, con ciò mettendo in pericolo la collettivi­tà, anche quella raccolta in un istituto di culto». E ieri, al termine della direttissi­ma, il giudice Sandro Sperandio ha disposto il carcere nei confronti di Rosario Piccardi, il clochard veronese di 45 anni che venerdì mattina ha letteralme­nte messo a soqquadro due chiese del centro città: quella di Santa Maria della Scala e quella delle Stimmate.

Assistito dall’avvocato Cristiano Pippa, ieri l’uomo è comparso in tribunale per difendersi dalle accuse di danneggiam­ento e tentato furto con cui era stato arrestato dai carabinier­i che lo avevano rintraccia­to sui bastioni di circonvall­azione Oriani, pochi minuti dopo il suo blitz. Pur negando di aver provato a forzare la cassetta delle offerte nella chiesa dei padri stimmatini di via Montanari, si è detto responsabi­le del blitz vandalico compiuto poco prima nella chiesa dei Servi di Maria di via Della Scala, mentre i fedeli partecipav­ano alla messa mattutina. «Andavo a chiedere l’elemosina lì» ha fatto mettere a verbale, raccontand­o di aver avuto alcune divergenze con un assistente dei chierici («il perpetuo») e di aver deciso di mettere in atto la sua vendetta al mattino di venerdì. «Ero un po’ ubriaco» ha ammesso per tentare di giustifica­re i colpi di sanpietrin­o scagliati contro tre bassorilie­vi del Quattrocen­to e poi i lumini scagliati contro le vetrate messe a protezione delle statue di Sant’Antonio e della Vergine.

Nessuna parola, invece, per quanto fatto a distanza di dieci minuti nella chiesa dei padri stimmatini. Anche lì, le telecamere dei circuiti di videosorve­glianza, hanno filmato per intero il suo raptus. Entrato in chiesa, si era diretto verso la cassetta delle offerte e, non riuscendo a forzare il lucchetto, aveva prima spento tutti i lumini accesi per onorare San Gaspare Bertoni e poi aveva sfogato la sua delusione contro una statua in gesso del Settecento, raffiguran­te Santa Elisabetta. I militari della stazione di Verona Principale e del radiomobil­e avevano impiegato pochi istanti per capire di chi si trattasse: Piccardi è infatti una vecchia conoscenza. La prima condanna a 18 anni, nel 1991, poi una serie di arresti e denunce. Nel 2016, era stata la Digos a denunciarl­o per il danneggiam­ento di una pianta d’olivo di fronte alla sinagoga. «Ho avuto una vita sfortunata» ha detto ieri uscendo dall’aula. Resta in carcere in attesa del processo.

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In azione L’uomo, Rosario Piccardi, ripreso dalle telecamere di sorveglian­za della chiesa di Santa Maria della Scala durante il suo raptus venerdì

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