Lega e destre , un futuro da alleati «Verona capitale del sovranismo»
Convegno con Alemanno e Fontana: «Lotta al globalismo»
Alemanno Non siamo nazionalisti ma non vogliamo più essere una colonia Fontana Siamo noi ad amare davvero l’Europa più di chiunque altro
Per la «destra» del centrodestra scaligero, l’alleanza «giallo-verde» è solo una parentesi prima del ritorno al bipolarismo. Solo che, a quel punto, il suddetto centrodestra dovrà avere una matrice «sovranista e antiglobalista», con un leader indiscusso: Matteo Salvini.
Un messaggio che arriva dal convegno che ha riunito il «gotha identitario» veronese, ieri in sala Lucchi. Ospiti d’onore: Gianni Alemanno, già sindaco di Roma e segretario nazionale del «Movimento per la sovranità» e il ministro alle politiche familiari, il leghista Lorenzo Fontana. Ma nell’incontro aperto dal sindaco Federico Sboarina, non manca all’appello nemmeno Fratelli d’Italia, con il presidente del consiglio comunale e deputato Ciro Maschio; a fare gli onore di casa Vittorio Di Dio, responsabile, a Verona, del movimento di Alemanno. E nella strategia del nuovo soggetto politico, Verona, battezzata dal moderatore dell’incontro, il vicedirettore di Libero, Giuliano Zulin, «la capitale italiana del sovranismo», è una città chiave.
«Se siamo nati – ha detto Alemanno – è perché la situazione negli ultimi anni è radicalmente cambiata. Il liberismo ha tradito le sue promesse di benessere diffuso. La classe media si è impoverita, ma quello che ci viene continuamente ripetuto è che dobbiamo aprirci ai mercati anche se competere con economie come quella cinese, dove gli stipendi vengono pagati dieci volte di meno e non ci sono tutele ambientali, è un suicidio. Ma la nostra non è una proposta nazionalista: non vogliamo fare guerra a nessuno, ma solo smettere di essere una colonia».
Nel mirino di Fontana, già parlamentare a Strasburgo, l’Unione Europea. «È l’organismo che più di ogni altro - ha affermato – si batte per diffondere il globalismo, quando invece era nata proprio per tutelare l’Europa dalla morsa degli Usa, da un lato, e dell’Unione Sovietica, dall’altra. Io sono convinto che siamo proprio noi “sovranisti”, invece, ad amare l’Europa più di chiunque altro: a considerarlo un continente con una storia imprescindibile». Storia che, ha sottolineato sempre Fontana, non può prescindere dalla difesa dei valori tradizionali e delle «radici cristiane» comuni ai paesi europei – un argomento avallato anche dal primo cittadino nel corso dell’introduzione. «Non sono questioni secondarie – è il parere del ministro – e da che dobbiamo partire se vogliamo parlare del nostro futuro».
Di Dio ha sintetizzato la strategia del movimento: «Serve un progetto completamente diverso da quelli portati avanti negli ultimi anni dai governi sia di centrodestra che di centrosinistra: vanno messi al centro i cittadini italiani. Fortunatamente Matteo Salvini sta vincendo il confronto interno al centrodestra, che deve tornare ad essere unito, ma con le idee più chiare: proprio il vicepremier potrà fare da federatore».