Meno incidenti, ma più «pirati» sulle autostrade
I motivi per vedere il bicchiere mezzo pieno, ci sarebbero pure. In dieci anni, sulle autostrade veronesi, sono calati il numero di incidenti (dai 777 del 2008 ai 605 di quest’anno), il numero di feriti (da 528 a 394) e quello delle vittime (da 18 a 5). Eppure, nel tracciare un bilancio dell’ultimo decennio in occasione della Giornata Nazionale delle Vittime della Strada, il comandante della polizia stradale Girolamo Lacquaniti non nasconde una certa preoccupazione: «Sarebbe interessante conoscere il parere di uno psicologo - commenta -. Perché purtroppo in questi dieci anni le fughe e le omissioni di soccorso in autostrada sono aumentate invece che diminuire».
Di ben dieci volte, passando dai due casi di dieci anni fa ai 21 del 2018 (il periodo preso in esame è quello gennaio-16 novembre). «E se si scappa in un luogo come l’autostrada dove è praticamente impossibile riuscire a farla franca, pensate a immaginare a quel che succede nella cosiddetta “viabilità ordinaria”» prosegue il comandante. E, a tal proposito, cita un incidente rilevato dai suoi uomini nelle scorse settimane dove una mamma di 34 anni che viaggiava insieme ai due figli di 3 e 11 anni, ha perso il controllo del veicolo ed è poi risultata positiva a sostanze stupefacenti e psicofarmaci. «La scorsa notte, tra città e provincia, abbiamo ripetuto i controlli con alcoltest e drugtest ritirando in totale 8 patenti, di cui 6 per alcol e 2 per stupefacenti». Ma l’analisi dell’ultimo decennio presentata ieri mattina, si limita alle tratte veronesi di A4 e A22 dove ogni incidente viene rilevato dalla stradale. Anche le infrazioni, tendono a diminuire: gli eccessi di velocità sono calati dai 1937 del 2008 a 1.394; il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza da 512 a 361. In controtendenza, complice anche una serie di campagne mirate di contrasto al fenomeno, il dato sull’errato utilizzo del cellulare alla guida: qui le sanzioni sono più che raddoppiate passando da 291 a 672.