Hellas-Palermo, per Grosso la sfida più dura
Venerdì c’è l’anticipo al Bentegodi che può valere un pezzo di stagione: il tecnico dell’Hellas deve salvare la panchina in un match da giocare in un clima surreale
Il redde rationem è fissato per venerdì al Bentegodi, il Verona sfida il Palermo. Un dentro o fuori per Fabio Grosso, ( foto) che in caso di un nuovo tonfo andrebbe verso un inevitabile esonero.
La settimana cruciale è appena iniziata. Il redde rationem è fissato per venerdì. Ore 21, stadio Bentegodi, il Verona sfida il Palermo. Un dentro o fuori per Fabio Grosso, che in caso di un nuovo tonfo andrebbe verso un inevitabile esonero.
Al centro sportivo di Peschiera del Garda l’Hellas si sta compattando per una partita che sarà diversa dalle altre. Il boicottaggio decretato dai tifosi, il «tutti fuori» stabilito dalla Curva Sud, la contestazione sempre più marcata verso Maurizio Setti e la sua gestione, i risultati che sono andati scemando in queste giornate, allontanando il Verona dalle posizioni di vertice: ce n’è più che a sufficienza per capire il clima. Nel calcio non vale il detto per cui il mal comune è mezzo gaudio, e le difficoltà vissute dalle altre retrocesse — con il Crotone già passato per un cambio di allenatore, con Oddo che ha rimpiazzato Stroppa e che comunque non ingrana, mentre il Benevento è pure scivolato in una crisi che ha messo in discussione la panchina di Cristian Bucchi (tutti in ritiro a Venticano, dopo la sconfitta con lo Spezia) — sono utili soltanto sul piano statistico. L’Hellas è quella, delle tre, che ha fatto meglio, il che significa nulla. A voler essere maliziosi, si potrebbe impiegare l’espressione del «meno peggio», stanti le ambizioni e il mercato qualificatissimo condotto in estate.
Tant’è, la società ha fatto quadrato attorno a Grosso, da Setti al direttore sportivo Tony D’Amico. Da dietro le porte chiuse di Peschiera filtrano indicazioni che riferiscono di una squadra che non si è smarrita, con il tecnico che non ha affatto perso il timone. Tenere la barra dritta è altro discorso, solo il duello con il Palermo chiarirà se Grosso sia in grado di portare di nuovo il Verona a veleggiare per mari tranquilli e pescosi (ossia, sulla rotta della serie A) oppure se la sua stagione all’Hellas sia destinata ad arenarsi prematuramente. Per adesso non è scattata la caccia all’eventuale sostituto. In questi giorni non ci sono state variazioni rispetto alla linea che ha spinto i vertici del club a confermare Grosso: cambiare per cambiare non serve, i problemi del momento saranno superati insieme a lui, i gioca- tori lo seguono. Eppure non è un mistero che Setti abbia controfirmato il via libera alla permanenza di Grosso con una postilla emersa con evidenza tra le righe: avanti sì, ma con giudizio.
Se non ha precisato, il patron, che l’ultima chiamata sarà con il Palermo, è stato per non aumentare la pressione, già alta, che circonda questo Verona, ma il concetto non ci va distante. Grosso si è messo ancor di più di buzzo buono, quindi, per recuperare le potenzialità che l’Hellas ha disperso in queste settimane. Riavrà dall’inizio Ryder Matos, una pedina essenziale per la sua visione del calcio. Studia le mosse per blindare una difesa sempre bucata e per rendere acuminato un attacco che si è ammosciato. Basterà per risvegliare il Verona e consolidare una posizione che va oltre il traballante? Il conto alla rovescia è cominciato. Ancora pochi giorni e la verità sarà pronunciata dal giudice ultimo, il campo. In questo contesto, la dirigenza gialloblù pensa al futuro. Ieri sono stati formalizzati i prolungamenti contrattuali, con scadenza fissata nel 2022, per Marash Kumbulla e Andrea Danzi, talenti allevati nelle giovanili dell’Hellas. Non hanno ancora debuttato in questa B. Nel Verona che si è addormentato, possono dire entrambi la loro.
Il presente è adesso, quantomai pressante e vicino. E si potrà capire anche il peso dello sciopero del tifo.