Amia smentisce i suoi dirigenti «Tassa rifiuti, niente aumenti»
Il vicepresidente di Amia corregge i dirigenti: «Agsm o il Comune ci aiuteranno»
Il vicepresidente di Amia Alberto Padovani interviene dopo la proposta dei tecnici aziendali di aumentare la tassa rifiuti. «Questa amministrazione non lo fara . Ma va detto che l’aumento dei costi ), c’è, ed è notevole: ed i soldi per farvi fronte, da qualche parte dovranno saltar fuori».
«Questa Amministrazione non aumenterà la tassa sui rifiuti, i cittadini possono stare tranquilli. Ma va detto che l’aumento dei costi (di cui ha scritto ieri il Corriere di Verona, ndr), c’è, ed è notevole: ed i soldi per farvi fronte, da qualche parte dovranno saltar fuori».
Alberto Padovani, vicepresidente dell’Amia, fa il punto sulla situazione, dopo la proposta dei tecnici aziendali di aumentare le tariffe dell’8 per cento.La bozza di piano presentata all’assessore Ilaria Segala lunedì scorso propone in effetti numeri pesanti.
I costi a carico dell’Amia sono passati dai 36 milioni del 2010 ai 37.303.520 di quest’anno ma con la prospettiva di volare oltre 41 milioni nel 2019. E se non aumenteranno le tariffe, chi tirerà fuori quei soldi? «Un’ipotesi – risponde il vicepresidente - è quella che a darci una mano possa essere la capogruppo, ossia Agsm Holding. Oppure si potrebbero razionalizzare alcune spese, o potrebbe farsene carico il Comune …»
A chi polemizza sulla raccolta differenziata, proponendola come vera soluzione del problema, Padovani ribatte che «il problema non è tanto aumentarne la quantità, quanto la qualità. E per questo pensiamo a nuovi sistemi, come ad esempio il cassonetto utilizzabile solo con tessera personale, o il sacco dei rifiuti con un chip personalizzato, per riconoscere chi non differenzia correttamente: per chi sbaglia (soprattutto le persone anziane) potrebbe avere un valore pedagogico, per chi invece fa il furbo avrebbe un immediato valore sanzionatorio». E il termovalorizzatore? «Vedo che se ne discute in tutta Italia: qui in Veneto ci sono favorevoli (come Stefano Casali) e contrari (come Luca Zaia) anche nella maggioranza. Vedremo…».
L’Amia è anche alle prese con scelte sul proprio futuro societario. Padovani ritiene improbabile che si vada avanti col project financing, e pensa che sia troppo costoso il progetto in house. Gara a doppio oggetto, allora, mettendo all’asta solo la parte di servizio relativa allo smaltimento? «Possibile – risponde prudentemente il vicepresidente – anche se bisognerà capire bene le modalità».
Ancora sull’ipotesi di aumento della tariffa, Padovani ribadisce che Palazzo Barbieri ha intenzione di escluderlo. «Anche perché – sottolinea – è vero che il costo per ogni famiglia sarebbe di 7 o 10 euro l’anno, ma per le aziende (dalle pizzerie ai fiorai, dai ristoranti ai bar) si rischia di creare un costo pesantissimo».
Tornando alle strategie aziendali, Padovani spiega che si punterà «ad incrementare l’indice di raccolta differenziata mediante la riduzione della frazione secca da smaltire ed anche a dissuadere i cittadini all’abbandono dei rifiuti all’esterno dei cassonetti, magari con ulteriori telecamere di controllo».