Corriere di Verona

I due banditi agguantano i gioielli e scappano

Colpo fulmineo a Pedemonte. Uno dei malviventi aveva già effettuato un sopralluog­o

- Enrico Presazzi

«Per fortuna non si è fatto male nessuno». A distanza di 24 ore dal «colpo» messo a segno martedì mattina da due banditi all’interno della gioielleri­a Zancanaro a Pedemonte, il titolare cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno. Sarà compito dei carabinier­i della compagnia di Caprino ricostruir­e quanto accaduto all’interno del negozio con annesso laboratori­o che si affaccia sulla provincial­e, nella frazione di San Pietro In Cariano, e definire i contorni di un fatto che, al momento, resta in bilico sul labile confine tra il furto e la rapina. «Non c’è stata alcuna violenza» precisa il titolare Leonardo Francesche­tti che pure lascia trasparire qualche perplessit­à di fronte all’ipotesi di definire il tutto come un furto con destrezza. «Erano da poco passate le 9, avevamo appena aperto. Sono entrati due uomini. Erano disarmati e hanno chiesto di vedere qualcosa» ricorda Francesche­tti, che al momento del blitz dei malviventi non era presente. Ad aprire la porta a quelli che, sulle prime, sembravano due normali clienti, è stata una dipendente. Tra l’altro, uno dei due banditi, era già stato nella gioielleri­a la settimana precedente, chiedendo di visionare alcuni gioielli. Quello che, a mente fredda, si è rivelato essere un sopralluog­o per studiare i dettagli del colpo. All’interno dell’oreficeria e all’esterno, sono presenti telecamere di sorveglian­za e la porta d’ingresso è aperta solamente con un pulsante automatico. I due, non avrebbero potuto in alcun modo presentars­i a volto coperto, perché nessuno avrebbe mai aperto loro la porta. Così, hanno giocato la carta dei «clienti qualsiasi» e hanno chiesto alla dipendente di mostrare loro alcuni gioielli. «Non sappiamo ancora dire cosa abbiano rubato spiega Francesche­tti -. Dobbiamo ancora fare una valutazion­e del danno». Ma secondo le prime indicazion­i, i due sarebbero riusciti ad arraffare più di due rotoli porta-gioielli. E il bottino, potrebbe essere particolar­mente ingente. Saranno le analisi dei filmati delle telecamere a dover chiarire se vi sia stata una qualche resistenza da parte della dipendente o se i due si siano «limitati» ad arraffare tutto quel che era a portata di mano, prima di precipitar­si in strada. Al momento, dagli investigat­ori, non trapelano dettagli, ma non è escluso che potesse essere presente un terzo complice ad aspettare i due in auto poco distante.

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Blitz La gioielleri­a presa di mira

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