I due banditi agguantano i gioielli e scappano
Colpo fulmineo a Pedemonte. Uno dei malviventi aveva già effettuato un sopralluogo
«Per fortuna non si è fatto male nessuno». A distanza di 24 ore dal «colpo» messo a segno martedì mattina da due banditi all’interno della gioielleria Zancanaro a Pedemonte, il titolare cerca di guardare al bicchiere mezzo pieno. Sarà compito dei carabinieri della compagnia di Caprino ricostruire quanto accaduto all’interno del negozio con annesso laboratorio che si affaccia sulla provinciale, nella frazione di San Pietro In Cariano, e definire i contorni di un fatto che, al momento, resta in bilico sul labile confine tra il furto e la rapina. «Non c’è stata alcuna violenza» precisa il titolare Leonardo Franceschetti che pure lascia trasparire qualche perplessità di fronte all’ipotesi di definire il tutto come un furto con destrezza. «Erano da poco passate le 9, avevamo appena aperto. Sono entrati due uomini. Erano disarmati e hanno chiesto di vedere qualcosa» ricorda Franceschetti, che al momento del blitz dei malviventi non era presente. Ad aprire la porta a quelli che, sulle prime, sembravano due normali clienti, è stata una dipendente. Tra l’altro, uno dei due banditi, era già stato nella gioielleria la settimana precedente, chiedendo di visionare alcuni gioielli. Quello che, a mente fredda, si è rivelato essere un sopralluogo per studiare i dettagli del colpo. All’interno dell’oreficeria e all’esterno, sono presenti telecamere di sorveglianza e la porta d’ingresso è aperta solamente con un pulsante automatico. I due, non avrebbero potuto in alcun modo presentarsi a volto coperto, perché nessuno avrebbe mai aperto loro la porta. Così, hanno giocato la carta dei «clienti qualsiasi» e hanno chiesto alla dipendente di mostrare loro alcuni gioielli. «Non sappiamo ancora dire cosa abbiano rubato spiega Franceschetti -. Dobbiamo ancora fare una valutazione del danno». Ma secondo le prime indicazioni, i due sarebbero riusciti ad arraffare più di due rotoli porta-gioielli. E il bottino, potrebbe essere particolarmente ingente. Saranno le analisi dei filmati delle telecamere a dover chiarire se vi sia stata una qualche resistenza da parte della dipendente o se i due si siano «limitati» ad arraffare tutto quel che era a portata di mano, prima di precipitarsi in strada. Al momento, dagli investigatori, non trapelano dettagli, ma non è escluso che potesse essere presente un terzo complice ad aspettare i due in auto poco distante.