«Precari lirica, 72 mesi di lavoro poi a casa con l’indennizzo»
I contratti potrebbero essere estesi fino a 72 mesi: il ministro Bonisoli studia il caso
Orchestrali, coristi, tecnici e artisti dei teatri lirici a rischio licenziamento, ieri al Ministero dei beni e della Attività Culturali è arrivata la proposta dell’Anfols, l’associazione delle fondazioni liriche italiane, dove a rischio decine di posti di lavoro perché i contratti temporanei non possono più essere rinnovati.
Lo ha deciso una sentenza della Corte di Giustizia Europea. Siccome per legge le fondazioni finora erano state esentate di limiti previsti epr gli altri settori (indicare una causale e un limite temporale) e una norma ad hoc non esiste, i sovrintendenti di Fenice, Arena di Verona, Maggio Fiorentino e delle altre 11 fondazioni hanno applicato il decreto Dignità: al massimo 24 mesi. Già due orchestrali e un tecnico della Fenice sono rimasti a casa, all’Arena la misura potrebbe coinvolgere diverse decine di precari storici.
Due anni sono un arco temporale troppo breve per allestimenti che hanno bisogno di lunghe prove, che stanno in cartellone per diversi mesi e poi, dopo una pausa, vanno anche in tournée all’estero. Insomma, nella ridda di avvicendamenti continui, la qualità artistica rischia di vacillare. La stessa sentenza della Corte di Giustizia Europea indica però una soluzione: un limite di 72 mesi. Equivalgono a sei anni e con le pause tra una stagione e l’altra, si può arrivare anche a dieci anni di lavoro continuativo presso uno stesso teatro.
Anfols ha preso a misura il limite della Corte di Giustizia e ieri al Mibac ha fatto arrivare la sua proposta per superare la crisi occupazionale delle fondazioni lirico-sinfoniche: contratti rinnovabili fino a 72 mesi, poi la fine del rapporto di lavoro con un indennizzo. Precari per sempre, insomma. Perché la situazione economica dei lirici (400 milioni di debiti) non permette assunzioni in pianta stabile anche se il decreto Concretezza potrebbe consentire di superare il blocco del turn over per gli enti più solidi. Al Mibac si studia una soluzione complessiva per le fondazioni e il ministro Alberto Bonisoli ha già dettato la linea: le Fondazioni liriche non possono chiudere e in manovra saranno stanziati 12 milioni. Intanto, ieri il deputato il Fi Marco Marin ha presentato un’interrogazione con la quale chiede al ministro «quali urgenti iniziative intenda assumere per colmare il vuoto normativo» visto che i lavoratori si trovano «esposti una completa liberalizzazione dei rapporti di lavoro e a una precarizzazione infinita e visto che le norme introdotte con il decreto dignità non stanno affatto determinando stabilità dei posti di lavoro».