Il presidente dell’Ance: «Regole ottuse, siamo costretti a scavalcarle»
«Questa inchiesta mi lascia perplesso...».
Perché’?
«Perché non prende di mira una singola opera ma qualcosa come 150 cantieri all’interno di tutte le principali infrastrutture del nordest, dalle autostrade agli aeroporti».
E infatti il comandante della guardia di finanza Giuseppe Bottillo parla di «metastasi», proprio per la diffusione di questo sistema illegale...
«Ma l’esistenza di un meccanismo illecito su grande scala, significa anche che nessuno degli enti appaltatori ha mai vigilato, e che neppure la pubblica amministrazione ha saputo arginarlo. Quindi è l’intero sistema a non funzionare».
Il presidente regionale dell’Associazione costruttori (Ance) , Giovanni Salmistrari, non vuole fare l’avvocato del diavolo: «Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi e che cambi mestiere». Piuttosto, la maxi indagine sugli appalti - che sarebbero stati pilotati da «cartelli» di imprese venete e friulane - gli offre lo spunto per puntare il dito su un problema più ampio. «La questione va ben oltre il sospetto che alcune società facessero accordi sottobanco», assicura.
Cosa intende?
«Se nessun ente appaltante ha intuito l’esistenza di un sistema tanto diffuso, significa che le norme, così come sono, non funzionano. Perché le alternative sono due: o i controlli sono carenti, oppure - ed è questo che sostengo - le regole sugli appalti sono talmente ottuse che neppure gli addetti ai lavori riescono ad applicarle».
Qualcuno però le conosce così bene da riuscire ad aggirarle...
«Ormai è un sistema che s’è avvitato su se stesso. Le parlo da imprenditore: le regole sugli appalti sono talmente ingarbugliate che non si possono seguire alla lettera. Chi opera nel settore è costretto a trovare degli escamotage per aggirarle. Con il rischio di incappare in illeciti».
Mi faccia un esempio...
«Prendiamo la legge sui subappalti, che esiste solo in Italia. Prevede di indicare, già in sede di partecipazione alla gara, una terna di subappaltatori. Ma l’assegnazione arriverà non prima di un anno, e nel frattempo magari una delle imprese avrà chiuso, l’altra si sarà trasferita all’estero... Ebbene, un problema così banale come la sostituzione delle ditte, diventa un ostacolo insormontabile. E per non vedersi bloccare il cantiere, l’imprenditore dovrà “inventarsi” qualcosa... Finché le regole rimarranno queste, i costruttori si sentiranno obbligati a commettere delle irregolarità».
Detto da lei, suona come un’autoassoluzione della categoria...
«Non mi fraintenda: i criminali, quelli veri, vanno allontanati».
Allora come se ne esce?
«Piantandola una buona volta di fare continuamente nuove leggi che servono solo a coprire le pecche delle precedenti. Per far funzionare il settore delle costruzioni, liberandolo dai furbetti, servono poche regole, chiare ed efficaci»
E nel frattempo?
«Si va avanti a lottare contro la burocrazia, cercando di far emergere, anche nei tribunali, le nostre ragioni. Ma lo sa che ormai l’Ance spende più energie per dare sostegno legale alle imprese, piuttosto che consulenze tecniche. Ne ho le prove...».
Le prove?
«L’ufficio nazionale dell’Associazione ha dei professionisti alle proprie dipendenze. Ebbene, venti sono avvocati e altri venti sono commercialisti. Gli ingegneri? Sono soltanto tre... ».