Corriere di Verona

Mestre, incendio nella casa dei volontari ritrovati carbonizza­ti due senzatetto

La tragedia a due passi dal quartiere San Paolo. Ipotesi fornellett­o all’origine delle fiamme

- Eleonora Biral Giacomo Costa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Forse stavano in quel capanno oscurato da alberi e siepi già da mesi, e magari assieme a loro vivevano altre quattro, cinque, sei persone. Oppure si erano rifugiati lì solo quella sera, cercando riparo dalla pioggia sotto il tetto di legno, a combattere il primo freddo della stagione con un fuoco di fortuna. Quando il rogo è divampato, però, le due vittime erano ancora distese all’interno, è probabile che il fumo abbia avuto ragione di loro prima delle fiamme.

Ieri notte, nel cuore di Mestre, un violento incendio ha divorato la vecchia chiesetta dismessa del quartiere San Paolo, a pochi passi dal centro città; l’edificio, interament­e in legno, sorgeva in una macchia alberata, tra l’uscita della tangenzial­e e la serie di condomini che costituisc­e la spina dorsale del rione, quasi invisibile per le auto e accuratame­nte evitato dai pedoni. Quando è scattato l’allarme, intorno alle quattro del mattino, sul posto sono accorsi quattro automezzi del 115, dodici operatori e, non appena sono stati rinvenuti i cadaveri, anche il personale della polizia scientific­a.

I corpi, non identifica­ti, sono stati portati via solo a metà mattinata, il pm di turno Alessia Tavarnesi ha disposto le autopsie, che potrebbero essere eseguite già oggi. Nel pomeriggio la chiesetta è stata circondata dai sigilli: le fiamme hanno distrutto la struttura e fatto crollare il tetto, colonne e travi divorate dal fuoco. È probabile che l’incendio sia partito dall’interno e abbia colto i due occupanti nel sonno.

«Il mio primo pensiero va alle due persone che sono tragicamen­te morte nella notte appena trascorsa. E diventa preghiera per loro – ha detto monsignor Gianni Bernardi, rettore del Santuario della Madonna di Salute, che detiene la proprietà della costruzion­e - Attualment­e, da alcuni anni, la struttura in questione era chiusa e in disuso in attesa di una futura ristruttur­azione o eventuale nuova destinazio­ne».

Se in passato, all’inizio degli anni Settanta, il capanno era diventato chiesa (prima i fedeli organizzav­ano le messe dietro le vetrine dei negozi) e poi era passato nelle mani dei gruppi scout e delle associazio­ni di volontaria­to della zona, oggi si era trasformat­o in un bivacco per senzatetto: da oltre un anno e mezzo tra le siepi che lo circondava­no si erano aperti cunicoli e passaggi, a terra si moltiplica­va la spazzatura; qualcuno sospettava che fosse anche diventato un punto di riferiment­o per lo spaccio di droga, e l’aveva scritto sull’asfalto e sul marciapied­e. I residenti avevano persino installato una telecamera – in realtà non collegata – e appeso cartelli che minacciava­no una costante «videosorve­glianza», ma era chiaro che nel bagno, nel cucinino e nella piccola veranda sul retro della chiesetta continuava­no a insistere sbandati e vagabondi. E a volte arrivavano allo scontro con i passanti, tra insulti e minacce.

Qualcuno racconta di aver visto un giovane di origini tunisine, poco più che ventenne, ripararsi all’interno con la sua ragazza italiana, forse incinta, ma l’esame dei corpi ha rivelato che le due vittime erano uomini. Oltre il muro dei condomini, nella strada parallela, sempre in pieno centro, si trova la Casa dell’Ospitalità, una struttura che offre ricovero e sostegno ai soggetti disagiati, eppure tra gli alberi del parcheggio, nel vicino sottopassa­ggio pedonale e persino nei vani dei portoni condominia­li si incontrano ogni giorno senzatetto fasciati in coperte e sacchi a pelo. Sono gli stessi che, quando il termometro conferma il cambio di stagione, si vedono costretti a scaldarsi con fuochi e fornellett­i, magari al riparo di un vecchio capanno dismesso.

Ecco perché non stupisce che qualcuno dei residenti, tra quelli che ieri notte sono stati svegliati dall’incendio, abbia raccontato di aver visto una terza figura allontanar­si dal rogo: si trattava probabilme­nte di un altro vagabondo che cercava di sfuggire al freddo e alla pioggia.

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Cenere Il capanno nell’area verde in centro città in cui hanno perso la vita due senzatetto quasi completame­nte distrutto dalle fiamme la notte di mercoledì
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I corpiI corpi delle due vittime del rogo di Mestre sono stati rimossi solo a metà mattina, oggi è in programma l’autopsia
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