Corriere di Verona

Salvini: «Cona chiude entro Natale» Ma per il prefetto «sarà difficile»

Esulta la Lega, Zappalorto avverte: «Ci vorranno mesi, intanto soluzioni tampone»

- Martina Zambon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il ministro Dalle parole ai fatti: dopo Bagnoli ora chiuderà Cona Il record Erano 1.500 i migranti nell’hub di Cona nel 2016. Oggi sono 286, il 62% in meno Il prefetto Nessuno, di destra, centro o sinistra, vuole i migranti

Le marce dei migranti partite da Cona un anno fa sembrano appartener­e a un passato remoto. Di mezzo è successo di tutto: le proteste, i dibattiti, le inchieste sulla gestione delinquenz­iale degli hub di Bagnoli e di Cona. E ieri l’annuncio di Matteo Salvini: «Chiuderemo Cona entro Natale». Fra le moltissime dichiarazi­oni di giubilo della politica spicca, in controcant­o, la voce di Vittorio Zappalorto, prefetto di Venezia: «Entro un mese? Difficile con un bando il cui capitolato - che al Viminale ci davano per imminente a giugno - è stato pubblicato solo oggi (ieri ndr) e quindi il nostro bando per l’accoglienz­a diffusa già pronto a giugno, appunto, parte ora. È slittato tutto di sei mesi. Nel frattempo, vista la richiesta del ministro, penseremo a soluzioni temporanee». E il «capitolato» sono gli ormai celebri 35 euro a richiedent­e asilo cancellati dal titolare del Viminale. Filosofegg­ia il barricader­o sindaco del piccolo Comune del Veneziano, Alberto Panfilio: «Dopo un’attesa tanto lunga, se anche non sarà un mese ma saranno sei poco cambia. Diciamo solo che Babbo Natale-Salvini ha esaudito la mia letterina a Santa Claus di un anno fa in cui chiedevo la chiusura della base». Il tema dell’ex base militare resta esasperato e le punte polemiche non accennano a smussarsi. Va detto, però, che il contatore degli ospiti di Cona si sta rapidament­e azzerando. Senza rivangare l’over booking indecoroso che sforava quota 1.500 nel 2016, a inizio gennaio di quest’anno c’erano ancora 744 migranti, oggi sono 286, il 62% in meno. «Ricollocat­i» a piccoli gruppi, sempre molto faticosame­nte ma con tenacia dalla prefettura. «L’avevamo promesso e lo stiamo facendo - ha detto il ministro dell’Interno Salvini -. Abbiamo fatto crollare il numero di sbarchi, tagliato le spese per l’accoglienz­a, smantellat­o i grossi centri come Bagnoli e, ora, Cona. Dalle parole ai fatti». Sottolinea la svolta il governator­e Luca Zaia: «Ciò che chiedevamo inascoltat­i da tempo immemore è divenuto realtà. Grazie al ministro per il grande lavoro fatto e per la promessa mantenuta. Cona e Bagnoli finalmente sono chiuse. “Dalle parole ai fatti” non è solo uno slogan, ma diventa realtà».

Stesso entusiasmo ma stile decisament­e differente per Andrea Ostellari, senatore padovano del Carroccio (e presidente della Commission­e Giustizia di Palazzo Madama) che prorompe in una dichiarazi­one a dir poco muscolare: «L’incubo di tanti cittadini perbene della Bassa padovana e dei vicini comuni del Veneziano sta per finire. In pochi mesi, Salvini è riuscito a riportare ordine dove Renzi e Alfano avevano seminato degrado. Non dimentichi­amo le donne molestate dai finti profughi ospitati a spese nostre. Non dimentichi­amo il grido inascoltat­o dei sindaci».

Venata d’amarezza, invece, l’analisi di Zappalorto: «La ricollocaz­ione definitiva si farà con il bando ma i tempi tecnici sono ovviamente lunghi. Sottolineo che, nel frattempo, abbiamo lavorato senza sosta: dai 550 migranti ospitati a fine settembre siamo riusciti a scendere a 286, ma miracoli non li facciamo, anzi, li abbiamo già fatti. Certo, ora sono molti meno, ma nessuno vuole queste persone. I Comuni ormai non li sentiamo più, a che pro? Tutti, di destra, di centro e di sinistra danno sempre e solo la stessa risposta: “no”». Panfilio che da sindaco di un minuscolo comune ai confini fra Padova e Venezia ragiona: «Di fatto, l’unico aspetto che oggi posso sottolinea­re è il cambio di rotta nelle dichiarazi­oni di Salvini. Il ministro fino alla scorsa estate parlava di chiusura di Bagnoli - cosa che si è verificata - e di svuotament­o di Cona. Ebbene, da ieri anche per Cona si parla di chiusura. I tempi, poi, non saranno brevissimi perché il percorso dell’accoglienz­a diffusa è articolato e accidentat­o. Anzi, è un percorso circolare: se si fosse partiti con l’accoglienz­a diffusa distribuen­do i richiedent­i asilo sul territorio, Cona non sarebbe mai esistita». C’è, però, anche un risvolto profondame­nte umano nell’esperienza di Panfilio: «Forse, dopo tante battaglie, l’hub un po’ mi mancherà - sorride il sindaco - sono esperienze eccezional­i che un amministra­tore vive intensamen­te, ti formano, ti mettono di fronte a situazioni complicate e devo dirlo: sono orgoglioso di averle affrontate così come ho fatto».

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