Due arresti per le auto mai consegnate
Oscar Rent, bancarotta milionaria: Gennari in cella, collaboratrice ai domiciliari
Dopo il fallimento dell’ autosalone Oscar Rent di Basso Acquar e il maxi sequestro di veicoli per un importo di oltre due milioni effettuato dalla Guardia di finanza a maggio, mercoledì sono scattati pure gli arresti per i due ex amministratori: Paolo Gennari, 60 anni, domiciliato a Bussolengo, è finito in carcere a Montorio mentre la sua collaboratrice Daniela Bresciani, 51 anni, è agli arresti domiciliari nella sua casa di Bovolone.
Il giro d’affari stimato dalla guardia di finanza nel corso delle indagini si aggira tra i 4 e i 5 milioni di euro. Doveva essere una «startup innovativa» nel settore del noleggio auto, ma la storia della Oscar Rent inaugurata in pompa magna in Basso Acquar nel 2016 rischia un finale degno di una tragedia greca. Dopo il fallimento dichiarato dal tribunale in aprile e il maxi sequestro di veicoli per un importo di oltre due milioni effettuato dalle Fiamme Gialle a maggio, mercoledì sono scattati pure gli arresti per i due ex amministratori: Paolo Gennari, 60 anni domiciliato a Bussolengo è finito in carcere a Montorio; mentre la sua collaboratrice Daniela Bresciani, 51 anni, è ristretta ai domiciliari nell’abitazione di Bovolone.
A entrambi, il pubblico ministero Maria Diletta Schiaffino, contesta la bancarotta fraudolenta aggravata e il giudice per le indagini preliminari Giuliana Franciosi nei giorni scorsi ha firmato le ordinanze eseguite dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria. L’indagine è scattata circa un anno fa, a seguito delle centinaia di denunce depositate dai clienti che si erano rivolti alla concessionaria per affittare un’auto e, dopo aver versato la caparra (in media una cifra tra i mille e i tremila euro), si erano ritrovati con un pugno di mosche.
La rabbia era esplosa sui social con tanto di pagine Facebook dedicate e del caso se ne era occupata anche la trasmissione televisiva Striscia la Notizia. Di fronte alle telecamere, Gennari nell’ottobre del 2017 si era difeso sostenendo di essere stato vittima di un collaboratore infedele e promettendo di «consegnare le vetture entro la fine dell’anno». Promesse rimaste sulla carta che potrebbero portare a una nuova incriminazione per truffa a carico dei due (secondo gli investigatori sarebbero stati stipulati circa 2.500 contratti con circa 250 vittime). Ma al momento, a far scattare l’arresto è stato il dissesto «pilotato» della Oscar Rent. Secondo l’accusa Gennari e la Bresciani avrebbero «cagionato il dissesto dell’impresa compiendo atti di disposizione dei beni sociali, in particolare della quasi totalità del parco auto, in parte a favore di un’altra srl». Società costituite ad hoc o cooperative che i due continuavano a gestire dietro le quinte. Buona parte del parco auto (47 vetture per un valore stimato di circa 740mila euro) era stato destinato alla Auto Ambizioni; inoltre Gennari e la complice avrebbero affittato un ramo d’azienda ad un prezzo nettamente inferiore al reale a una cooperativa gestita da un prestanome (che al momento non risulta indagato).
E facevano parte proprio della coop i 153 veicoli sequestrati a maggio per un valore di circa 2,4 milioni. Auto che sono già state dissequestrate e affidate dal curatore fallimentare per la vendita all’asta, nella speranza di recuperare almeno in parte le somme che serviranno a ristorare in primis i creditori. La maggior parte delle 47 vetture destinate alla Auto Ambizioni, invece, risulterebbero già vendute a ignari clienti privati.Per l’accusa, oltre all’inquinamento probatorio, i due avrebbero dimostrato di essere in grado di reiterare il reato grazie alle nuove società create per «superare» il fallimento della Oscar Rent. Solo per Gennari, infine, è stato riconosciuto il pericolo di fuga: l’ex imprenditore sarebbe stato in grado di espatriare in Croazia o in Slovenia dove avrebbe altre attività.