Medici, adesione massiccia allo sciopero
Visite saltate, prelievi fermi e sale operatorie chiuse. Ma le emergenze sono state garantite
Lo sciopero dei medici organizzato ieri è stato, a Verona, quello con l’adesione più alta degli ultimi decenni. Le stime delle sigle vanno dall’80% per quanto riguarda l’Usl 9 al 70% per dell’azienda ospedaliera con visite saltate, prelievi fermi e sale operatorie chiuse.
Visite saltate (ma ticket regolarmente pagati, tra la rabbia degli utenti), prelievi fermi dalle 7 del mattino, sale operatorie chiuse, salvo emergenza. Alla fine i camici bianchi hanno mantenuto fede alla loro promessa. Lo sciopero organizzato ieri dai sindacati d’area è stato, almeno a Verona, quello con l’adesione più alta degli ultimi decenni. Le stime delle sigle vanno dall’80% per quanto riguarda l’Usl 9 al 70% per dell’azienda ospedaliera.
Naturalmente sono percentuale che vanno lette al netto dei precetti per garantire l’emergenza – urgenza, tenendo conto anche dei turni. Alla fine, però, negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma hanno incrociato le braccia in 150: una cifra senza precedenti in un poli dove le adesioni, anche negli ultimi anni erano molto basse.
A trainare la protesta proprio l’area dedicata all’emergenza, al primo soccorso, tra cui l’anestesia e la rianimazione. «Abbiamo scioperato perché ci è difficile lavorare in queste condizioni – spiega Gianluca Santangelo, referente per Aaroi-Emac, sindacato degli anestesisti, all’azienda ospedaliera di Verona – il nostro organico è sotto di venti unità, e per quanto ci sacrifichiamo con i turni difficil- mente riusciamo sopperire al fabbisogno.
Le conseguenze ci sono: i medici del 118, prima tutti rianimatori interni, ora sono stati sostituiti dalle cooperative. Il funzionamento della sanità ci sta più a cuore rispetto ai problemi contrattuali, che pur ci sono, essendo in attesa del rinnovo da più di dieci anni». Insomma, l’ospedale, ieri, ha funzionato come se fosse un giorno festivo. Attive solo due sale operatorie su venti per gli interventi già programmati. Il laboratorio analisi ha chiuso di fatto da inizio mattinata e sono saltate anche la maggioranza delle visite specialistiche. Gli utenti lo hanno scoperto dopo aver pagato il ticket alla cassa: non sono mancate le scenate, mentre gli addetti provvedevano a riprogrammare la visita per la prima data disponibile.
«Nonostante quanto dichiarato dall’azienda, che aveva assicurato che non ci sarebbero stati disagi – afferma Andrea Rossi di Anaao, una delle sigle dei medici ospedalieri che ha indetto la protesta – alla fine sono state svolte solo le urgenze in sala operatoria, mentre gli altri servizi, a partire dalla diagnostica sono stati rimandati».