Il Tar: Gardaland ceda due terzi dei parcheggi
Oltre al centro ci sono altri luoghi suggestivi in cui vivere l’atmosfera natalizia
I parcheggi privati di Gardaland? Contrariamente alla prassi adottata finora, i due terzi delle aree di sosta gestite dal mega parco di divertimenti di Castelnuovo vanno «resi a uso pubblico».
Il re degli arrosticini, la scrivana del popolo, gli artigiani vicentini dei «cuchi» (i fischietti che imitano gli uccellini), i modellini d’auto, spade e torri medievali dell’uomo (veronese, si chiama Giorgio Micheloni) che nel ’65 anticipò gli odierni scooter a tre ruote. Persone, oggetti, profumi che incroci nella «periferia» dei mercatini di Natale, lontano dagli occhi di Piazza dei Signori. Periferia che, per cornice, offre la cartolina di San Zeno. La pista di ghiaccio da 10 per 20, un inedito per la piazza del quartiere, sta attirando molti, soprattutto bambini, ed entro fine mercatini – manca solo la data – ospiterà un’esibizione dei Bludogs di Montorio, campioni d’Italia Under 14 nell’hockey in-line. Nei pochi stand lì attorno, la basilica a fare da sfondo, si può anche mangiare. Chi mangia da Giulio Ciavattella spesso poi ci torna e con lui ci si sposta in Lungadige San Giorgio, vetrina anche per il vin brulé dell’azienda veronese Sol De Montalto e i prodotti della Val di Fassa. Abruzzese di Pescara, il menù di Ciavattella impone porchetta basica («Devo differenziarmi dalla mania delle spezie»), arrosticini («Il piatto povero dei pastori, un bene da tutelare») e vino Montepulciano: «Qui in San Giorgio si sta bene rispetto alla confusione del centro», dice lui. Punti di vista. Nel senso che il numero di bancarelle s’è dimezzato rispetto all’anno scorso quando il poco giro irritò molti ambulanti: «In parecchi, stavolta, hanno preferito rinunciare», racconta uno di loro. Da Lungadige San Giorgio si può prendere per Ponte Pietra, allora, dove Anita Bedani, bresciana, offre pensieri su carta scritti a mano in gotico antico («Carattere che ha radici francesi nel 1200-1300 d.C.»), penna-piuma e inchiostro: «Faccio un po’ la scrivana del popolo». Sempre a Ponte Pietra, le tante sfumature di cioccolata dell’azienda pavese Choco Moments, che parte da chicchi di cacao del Sudamerica per arrivare alla «cioccolata alla rosa selvatica, alla viola, al sale dell’Himalaya». Sulla mappa, infine, Castelvecchio.
Originario della val Tramigna, Giorgio Micheloni spiana i suoi lavori col legno su spade, cavalli, auto e moto in formato mignon e poi ti fa notare che anche il museo Bonfanti-Vimar nel Vicentino ha ricordato di recente una sua vecchia impresa: «Era il ’65, brevettai un avantreno a due ruote affiancate per motocicli: 40 anni dopo sarebbe arrivato lo scooter Mp3 della Piaggio». Da Bassano, arrivano i «vicini» di Micheloni, Luigi e Rita. Vendono i tipici «cuchi», fischietti in ceramica con cui imitare gli uccelli, e a chi li compra Rita allunga un biglietto: «Il cuco – vi si legge – è probabilmente il primo giocattolo sonoro dell’antichità, un oggetto di festa e buon augurio. Lo si donava anche alla morosa come pegno d’amore e la morosa era felice di suonarlo. Essendo provato che porta fortuna, si consiglia di tenerlo come soprammobile sul comodino».