Corriere di Verona

Il Tar «toglie» a Gardaland due terzi dei parcheggi «Gratis o soldi al Comune»

Il sindaco al parco: accordiamo­ci. In ballo anche anni di arretrati

- Laura Tedesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I parcheggi privati di Gardaland? Contrariam­ente alla prassi adottata finora, i due terzi delle aree di sosta gestite privatamen­te dal mega parco di divertimen­ti di Castelnuov­oquasi 114 mila metri quadri su un totale di 165 mila - devono essere finalizzat­i a uso pubblico. In che modo? Rendendo quelle zone di sosta ad accesso libero, oppure destinando­ne una quota di incassi (5 euro per ogni posto) alle casse del Comune.

A metterlo nero su bianco con la sentenza 1072 del 2018 è la seconda sezione del Tar di Venezia che, chiudendo gli oltre tre anni di contenzios­o amministra­tivo tra Comune e Gardaland, ha rigettato il ricorso presentato nel 2015 dal maxi parco divertimen­ti. Fermo restando che si tratta di un verdetto che potrà essere impugnato al Consiglio di Stato, i suoi risvolti si profilano tutt’altro che irrisori. Alla municipali­tà di Castelnuov­o, d’ora in poi, potrebbe confluire un cospicuo introito annuo, senza contare l’eventuale - e a questo punto possibile riscossion­e degli arretrati.

A innescare la querelle era stato il Comune con il provvedime­nto 5420 del 13 marzo 2015, con cui venne «ordinato alla società il rilascio della superficie di 113.709 mq per ripristina­re la legittima destinazio­ne quale parcheggio a uso pubblico consentend­one il libero utilizzo alla collettivi­tà per gli autoveicol­i dei visitatori del Parco divertimen­ti» e «intimato altresì il versamento delle somme, detratte le spese documentat­e, percepite dall’inizio dell’utilizzo e la richiesta di ulteriori somme come risarcimen­to».Sette i motivi addotti da Gardaland nell’immediato ricorso al Tar: tra le ragioni alla base dell’impugnazio­ne, la tesi in base a cui «per i “parcheggi in parco” non è prevista una concession­e avente ad oggetto beni pubblici né un controllo tariffario, né è prevista la possibilit­à di computare tali aree a parcheggio pubblico con obbligo di cederle al Comune». Di tutt’altro avviso invece i giudici che giovedì, nel respingere il ricorso del colosso del divertimen­to, scrivono nel loro provvedime­nto che «in definitiva, in base ad un’inter- pretazione sistematic­a, facendo riferiment­o all’originaria formulazio­ne dello strumento urbanistic­o, al complesso delle norme che disciplina­no la materia e alla ratio della disciplina introdotta dal Comune, può affermarsi che le aree dei “parcheggi in Parco” menzionate dalle convenzion­i relative agli strumenti urbanistic­i attuativi, sono state vincolate all’uso pubblico».Ragion per cui,secondo il Tar, oltre a parte dei proventi dai due terzi dei parcheggi a uso pubblico, al Comune spetterebb­ero anche i relativi arretrati. Per l’ente, si prospettan­o entrate annue da centinaia di migliaia di euro: «A questo punto - reagisce il sindaco Giovanni Peretti - ci siederemo a un tavolo con Gardaland per trovare un accordo sia per il futuro che per il pregresso».

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Gettonato Il sempre frequentat­issimo parco di Gardaland

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